GiPiRat Inviato 12 Novembre 2005 Segnala Condividi Inviato 12 Novembre 2005 Ma, soprattutto, se fra 40 anni, in un fienile (ammesso che esistano ancora i fienili), si troverà un frullatore ancora avvolto nel cellophane, andrà in moto mettendo un bicchierino di miscela nel carburatore? (quale carburatore e con quale pedivella?) Ciao, Gino Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Vesponauta Inviato 12 Novembre 2005 Segnala Condividi Inviato 12 Novembre 2005 GRANDI! Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Marben Inviato 12 Novembre 2005 Segnala Condividi Inviato 12 Novembre 2005 Non so neanche se fra quant'anni qualcuno andrà vagando alla ricerca di qualche maxi scooter da collezionare; perchè ho l'impressione che con i nuovi mezzi non vi sia quel rapporto di affetto, quasi di simbiosi, che c'era una volta con le Vespe, e che c'è ancora oggi. Prendo per esempio la Vespa, ma si potrebbe dire lo stesso per una qualsiasi moto. In poche parole, diversamente da mezzi d'epoca e moto attuali, difficilmente vedo maxi scooter viziati e coccolati, ma solo sfoggiati per il tempo utile della loro popolarità; così appena Yamaha lancia il nuovo Titanic da città, il maxiscooterista tipico si fionderà nella succursale in città per cercare di avere l'ultimo baluardo dell'automatismo made in Jap. Forse perchè una volta i mezzi erano fatti per durare, oggi abbiamo mezzi di rotazione.... Insomma forse ci lega ai nuovi mezzi più o meno quanto ad un'autobus di linea Io vedo più PX nuovi che LX, negli ultimi tempi; accadeva diversamente qualche anno fa, quando vi fu la passeggera esplosione delle ET4. Forse in periodi critici e difficili, si cerca qualcosa che dia determinate garanzie, magari con un bel contorno di nostalgia: secondo me in questo senso l'acquirente del PX non è solo " l'appassionato ". Nelle auto la situazione è diversa e forse peggiore; dei modelli attuali probabilmente resisteranno solo auto di nicchia, sportive o diversamente particolari, o appunto quelle degli appassionati. Difficilmente la 40enne con la Polo arriverà ai settant'anni con la stessa auto; oggi invece non è rara la vecchina con la 500 presa trent'anni fa di seconda mano. E fra quarant'anni vorrei proprio vedere un collezionista alla disperata ricerca di una centralina per.. che so... una Opel Agila! Naaa. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Tomash Inviato 12 Novembre 2005 Segnala Condividi Inviato 12 Novembre 2005 Quello che differenzia i mezzi di oggi con quelli di una volta è l'autenticità, mi spiego: Una volta il designe rifletteva anche precise esigenze tecniche e ogni produttore usava tecniche, progetti e architetture caratteristiche. Esempio, le moto inglesi con i loro bicilindrici a 180┬░, l'Alfaromeo con la trazione posteriore e il ponte DeDion (si scrive così ?) e così via, si potrebbe continuare molto a lungo. Oggi invece c'è un appiattimento tecnico molto marcato e si tende a dare forme fini a se stesse, il designe altro non è che il vestito del mezzo. La stragrande maggioranza delle auto ha il motore 4 cilindri frontemarcia e trazione anteriore, gli scooter tutti tubi con variatore, solo nelle moto è rimasta una qualche originalità dei progetti. Ora, come può un semplice oggetto di designe che magari scimmiotta idee passate (retrò) diventare un oggetto di culto ? Oggi si può scegliere la forma, ma la sostanza e praticamente uguale per tutti. Ci avete fatto caso che esistono molti ma moliti meno tipi di motori per scooter che modelli sul mercato ? Se ci fosse un unico produttore di motori e 1.000 modelli di scooter differenti nessuno ci farebbe caso. Pensate invece a quanto una Vespa era diversa da una Lambretta o da un Guzzi Galletto. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Vesponauta Inviato 12 Novembre 2005 Segnala Condividi Inviato 12 Novembre 2005 ("De Dion" si scrive così, ma staccato, mentre "design" si scrive senza la "e" finale! ) A livello automobilistico la messa in comune della componentistica serve ad abbattere i costi. su questo non ci piove. Vi faccio però un esempio. Alfa 155, 145, 146; Fiat Tipo e Tempra; Lancia Dedra e (nuova) Delta avevano almeno identici parabrezza, leve al volante, manovelle finestrini posteriori, serrature, pianale, schema sospensioni, struttura sedili e svariato altro ancora. Ma come mai hanno venduto più Alfa 156 e 147 invece che rispettivamente 155 (che io chiamavo "Alfa Tempra")e 145/146? Le ultime del lotto erano le due piccole Alfa, che cambiarono nel disegno delle portiere perchè -probabilmente- si stavano rendendo conto che stavano facendo troppi cloni spudorati... Non è che a volte si è esagerato con le "economie di scala"? Tanto che è vero che le due Alfa 156 e 147 derivano sì da uno stesso pianale ma i motori benzina non sono come quelli del resto del gruppo Fiat, così come ora la nuova 159 non ha niente da spartire con le precedenti, e dicono che fa paura alle tedesche! W la creatività ingegneristica italiana! Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
Tomash Inviato 13 Novembre 2005 Segnala Condividi Inviato 13 Novembre 2005 Su un numero di Motosprint di qualche anno fa uscì una vignetta che rappresentava il colloquio tra un venditore e un cliente in un concessionario e diceva così: "Bene, ora che ha scelto il modello, veniamo alla marca". Prendeva in giro la fusione tra Suzuki e Kawasaki. Non so perchè ma oggi è sempre più così. Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
zak61 Inviato 20 Novembre 2005 Segnala Condividi Inviato 20 Novembre 2005 Senza FIV si tornerà alla situazione ante 1984, ma nel frattempo i vari Vespa Club Europei che la FIV coordinava sono ben avviati e non ci saranno problemi. Anche per l'Eurovespa, dopo Torino già si parla di una candidatura olandese per il 2007. Colaninno non è così fondamentale ... Cita Link al commento Condividi su altri siti Altre opzioni di condivisione...
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