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Inviato

Dè, volevo anche vedè......

Per le foto c'ho avuto qualche problema a posterle..c'avrò provato 3/4 volte, però quando è il momento di caricarle tutte mi si blocca e mi dice che il server non risponde o cose del genere..appena c'ho 5' metto tutte le foto sul mio spaces.live e vi mando il link!!

Io per il 2009, c'ho due opzioni che mi ci vengano i brividi solo a pensacci..o Grecia o Barcellona..qualche giorno fà ero sicuro d'andà a Barcellona (cor Mattbear), ma anche la grecia m'ispira di brutto..vi farò sapere!!! (e vi mando il linke delle foto!!!)

See you!!

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Inviato

Della serie il mondo è piccolo.........

Abbiamo ipotizzato per il 2009, oltre la Sardegna, Barcellona perchè uno del gruppo ha la morosa da quelle parti. Oppure la Grecia, visto che da Venezia traghetteremmo più agevolmente. Magari ci si becca

Inviato
L'estate è archiviata, l'autunno è arrivato... e l'inverno è alle porte! ├ê giunto il momento di fare il punto della situazione e verificare quali di questi progetti di viaggio si sono realizzati e come sono andate le cose...

Avanti, chi comincia?

È il momento di far viaggiare tutti quanti con i vostri racconti e le vostre fotografie!

:wink: Lorenzo

Avete già visto le foto sulla galleria di Vol. Ma il racconto.........

Abbiamo abbinato il piacere della vespa, con la voglia di andare via con gli amici di sempre. Ed ecco che oltre alle 4 vespe, ci siamo ritrovati anche con 2 moto. Partenza da Mira (ve) in una splendida mattina di sole. Tanti km ci attendono, ma tanta adrenalina nel sangue, emozione e euforia. Per un paio di noi è la prima volta che superano i 200 km in vespa, per il primo giorno ne sono in programma 320. Prima tappa Grossglockner.

Dopo la dovuta pausa pranzo seduti al ristorante sul Lago di Misurina, arriviamo a Lienz e da li, dopo Heiligenblut, arriviamo alla cassa per la salita al passo di Hoctor. E si sale, in un paesaggio da favola, tra cascate e squarci di paradiso verso il punto panoramico sul ghiacciaio. Il tempo è fantastico e la felicità si trasforma facilmente in commozione. Per me è Sberla è la realizzazione di un sogno. Infatti abbiamo attaccato il Grossglockner per ben 3 volte senza mai riuscire a raggiungerlo.

Dormiamo li tra le alte vette. Il giorno dopo si parte per Monaco di Baviera. La giornata è bella. l'aria frizzante e asciutta fa salire le nostre vespe (a fatica) fino ai 2500 metri del passo di Hoctor. Qui le nuvole basse ci avvolgono. Non si vede nulla, ma si sentono belati di pecore in lontananza. L'atmosfera è surreale.

Scendiamo dal passo e rapidamente raggiungiamo Kitzbuhel. Doverosa tappa pranzo. Da qui verso Monaco, ci perdiamo 2 volte, ma arriviamo in orario con la tabella di marcia.

Albergo in centro, vicino all'isola pedonale, con parcheggio privato.......ottimo per le nostre esigenze. Ci fermiamo anche il giorno dopo, giusto per fare una visitina alla città e alle due birrerie più grandi.

Si arriva così al nostro quarto giorno di viaggio. Murdoch con il navigatore satellitare ci fa strada verso Innsbruck. La strada, pur essendo praticamente pianeggiante, non è monotona, anzi. Costeggiando la superstrada ci porta con dolci saliscendi in mezzo alle campagne bavaresi colorate di un verde intenso alternato, in certi sprazzi, al marrone della terra brulla e grassa. I campi si perdono a vista d'occhio. Solo una barriera, li davanti a noi, le Alpi. Ci avviciniamo alle montagne, ma come per incanto ci ritroviamo a scendere per un ripido pendio in direzione di Innsbruck. Ma noi lo dobbiamo evitare, volgendo energicamente a destra, verso ovest, verso il passo di Resia. In questo tratto i 5 km più brutti del viaggio. Una lunga galleria, stretta, trafficata, piena di smog, ci porta verso il passo di Resia. Stiamo per rientrare in Italia. E i nostri confini ci salutano, come a benedirci, con un temporale che fa scurire il cielo e che butta acqua come di rado si vede. Fortunatamente ci accorgiamo per tempo dell'arrivo del fortunale e ci fermiamo in un distributore. Ripartiamo, ma il cielo rimane scuro. Giungiamo sul lago di Resia dove l'atmosfera si presenta tetra, spettrale. Cerchiamo con lo sguardo il famoso campanile che spunta dalle acque, a ricordare come gli interessi e la stupidità umana possano cancellare un paese dalla faccia della terra. Ad un certo punto, dopo una curva, eccolo. Spettrale. Con questa luce fa ancor più impressione. Pioviggina appena e ci fermiamo a guardare il plastico che riproduce la zona del lago prima che un signore si inventasse di costruirci una diga. Ovviamente la gente del posto era contraria.

Riprendiamo i nostri bolidi e iniziamo a scendere lungo la Val Venosta in direzione di Trafoi, l'ultimo paese prima di salire sul Passo dello Stelvio. Arriviamo molto tardi e la signora dell'hotel ci invita ad affrettarci per la cena. Inizia a piovere. E si guarda verso le cime intorno al passo. Sono scure, minacciose. Ci preoccupiamo perchè se qui piove, lassù nevica. Ma la serata prende un'altra piega. Una fitta coltre di stelle ci augura la buona notte. La mattina mi sveglio presto ed esco nella terrazza della camera. C'è il sole. Forza ragazzi, si parte. Si sale a tratti molto ripidi verso i 2768 metri del passo. Che emozione, le vespe salgono senza troppi problemi, lentamente, ma senza mai perdere un colpo. In cima troviamo la temperatura ideale: 6 gradi. Si beve un caffè e poi via giù di corsa per poi risalire al passo di Gavia. In cima, 2678 metri, troviamo dei cumuli di grandine caduti la notte precedente. Fa freddo e tuoni minacciosi si fanno sentire dal fondo valle. Cominciamo a sciendere con la convinzione che questa volta la pioggia sarà inevitabile. Giunti a Ponte di Legno, le strade si presentano come torrenti in piena. Deve aver smesso di piovere da pochi minuti. Si sale così al Passo Tonale che, dopo lo Stelvio e il Gavia, sembra una collinetta. In cima al Tonale ci fermiamo a mangiare, puntuali come un orologio svizzero. Appena ci sediamo comincia a diluviare. Attendiamo la fine del temporale consolandoci con dolci, caffè e con la compagnia di due fuori come noi partiti da Bergamo (se non ricordo male) con un cinquantino. Finito di piovere, si riparte per andare a dormire a Madonna di Campiglio. Ormai ci siamo. Passeggiata in centro, aperitivo, cena e poi partita di ciacole fino a notte fonda.

Siamo così giunti all'alba del nostro ultimo giorno. Abbiamo organizzato di scendere per la Valsugana, fermandoci per il pranzo a casa di miei zii vicino a Borgo Valsugana. Abbiamo mangiato, riso e scherzato, quasi a voler ritardare il più possibile il momento del rientro a casa. Purtroppo dobbiamo ripartire. Dopo tre ore si rientra a casa.

Una strana sensazione mi avvolge. Mi sento colmo di gioia e di soddisfazione per aver organizzato un giro così bello. Mi sento colmo di gioia e di soddisfazione per aver portato a termine l'impresa. Mi sento colmo di gioia e soddisfazione per gli amici con i quali ho condiviso queste emozioni. Eppure sono triste perchè tutto è finito.

Me ne vado a letto presto quella sera con un pensiero in testa che non mi fa dormire: ma son davvero a casa??? Con la mente continuo a viaggiare fino ad addormentarmi. Al mattino mi sveglio, guardo mia moglie, prendo l'atlante d'Europa. Lei mi guarda e mi chiede: "che fai??" Io le sorrido e le rispondo:

" E' tempo di iniziare ad organizzare la prossima avventura"

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