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Inviato

io personalmente non lo conscevo, non ho neanhe avuto modo di leggere un suo libro, e la cosa mi ratttrista, ma mi unisco a tutti coloro che lo hanno salutato per quest'ultimo viaggio, a tutti coloro che lo hanno invidiato per tutti i suoi viaggi e la sua libertà di andare sicuro o meno, a tutti coloro che avrebbero voluto leggere uyn suo libro, e che dopo oggi, purtroppo, finalmente lo faranno, e mi unirò a tutti quelli che grazie a lui, leggendo le sue parole sogneranno quelle strade e viaggeranno da dentro le mura di casa propria...

GRAZIE GIORGIO..

ps.. ora chissà se al museo piaggio le sue vespe continueranno a stare fuori all'acqua e al vento .. ( o le già hanno tolte e messe in un posto a loro più consono??)

 
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Inviato

....all'inizio ho pensato ad una nuova partenza

... poi un abbandono del suo stile vita

... infine purtroppo la pagina si è caricata e ho letto la notizia terribile

... no mi sembra vero, e ancora adesso nutro la speranza che si tratti di uno scherzo di pessimo gusto

I tuoi libri mi hanno fatto viaggiare con la mente in località meravigliose e fatto conoscere genti che probabilmente non conoscerò mai

I tuoi viaggi mi sono stati d'ispirazione e di grande compagnia

I tuoi racconti mi hanno fatto conoscere una parte di te, della tua vita, del tuo modo di vedere il mondo che ci circonda e della gente che lo abita

Mi sembra di conoscerti come un vecchio amico, e il tuo abbandono lascerà un grande vuoto in tutti noi, vespisti o meno

Ciao grande viaggiatore, grazie per aver condiviso con noi la tua vita e la tua passione

Ci mancherai, buon viaggio sperando che non sia l'ultimo

Luca

Inviato

Alla tenera età di 35 anni ÔÇ£In VespaÔÇØ, il primo libro di Giorgio Bettinelli, ha forse fornito la più importante delle motivazioni al mio riavvicinamento al mondo delle due ruote, a quindici anni dal mio adolescenziale garellino tre marce. Poi la fortuna decide di prendere le sembianze di un PX '85 rosso federale adottato dal fratello del mio miglior amico, da allora si sono succeduti raduni, nozioni di meccanica di base, viaggetti, Vol ed ancora libri di Bettinelli, letti e riletti alla ricerca di ispirazione e buonumore.

Un vero vespista, proprio perchè prima viaggiatore che vespista, nulla a che vedere con i tanti nerd del marchio di Pontedera, privo delle più elementari nozioni meccaniche, ma tanto in sintonia con il suo mezzo da farcisi portare in giro per tutti i continenti. Curiosità, passione, incoscienza, goffaggine ed una grande umanità. Grazie, schiena di gomma, ti devo molto.

Brum Brum Giorgio

Inviato

Ma a noi piace ripensare alla tua voglia di partire

Alla moto caricata all'impossibile

Agli scherzi di Alberto, alla sete di avventura

E' un bel modo per dire libertà

Addio, dormi tranquillo

Perchè non finisce qui

L'avventura è ripartita

Resta intatta l'ultima idea

E da qualche parte del mondo

C'è qualcuno come te

Che prepara un nuovo viaggio

"TRANSAMERIKA_MCR"

La canzone non è dedicata a lui e, anzi, un vorrei essè "blasfemo"..però torna abbastanza..non ho mai letto suoi libri, ma n'ho sempre sentito parlare come uno che ha mollato tutto per un suo desiderio, nonostante le sue scarse conoscenze del mezzo, nonostante le ovvie difficoltà che possano comportare imprese der genere..insomma dè..un ganzo!!

Inviato

Non ti conoscevo ma la notizia mi ha sconvolto. Leggerò i tuoi libri e scoprirò tutte le qualità eccezionali di un grande vespista che eri. Ciao Giorgio, fai buon viaggio

Idem ....

Buon viaggio Giorgio .... :cry:

Inviato

Cavolo, è incredibile!!!

Ti immagino in piedi sulla tua Vespa a gridare per tre volte di fila "YEHAA", mentre attraversi questo nuovo immenso confine così come hai fatto durante tutti i tuoi viaggi.

Ciao e grazie per ciò che con i tuoi racconti hai condiviso con noi!

Inviato

RIP, Giorgio.

Hai vissuto una vita mitica e questo dice tutto; morire è sempre l'ultimo stupido episodio di una vita.

Inviato

Vinicio Capossela per

Giorgio Bettinelli

Ho incontrato Giorgio Bettinelli nel settembre 2004

al festival della letteratura di Mantova. Era tra il pubblico e aveva

ascoltato la presentazione di Non si muore tutte le mattine. Venne ad

esprimere il suo interesse con generosità ed entusiasmo. Aveva questi

occhi come fuori di sè, febbricitanti, protesi in avanti, entusiasti ed

infebbrati. Era magro come una faina, un fisico minuto. Avrebbe potuto

fare il fantino forse, ma era troppo intellettuale per i cavalli, era

infatti un fantino a due ruote, fantino dello strumento da viaggio

pensante: la Vespa Piaggio. La passeggiata a due ruote. A viaggiare in

Vespa si è ben diversi dai centauri. EÔÇÖ uno strumento più amichevole,

ispira solidarietà e non si alzano mai davvero i piedi da terra.

Giorgio Bettinelli è stato lÔÇÖunico vero grande viaggiatore che ho mai

conosciuto. Veniva la vertigine a constatare attraverso la sua persona

quanto mondo cÔÇÖera al di là di quello generalmente conosciuto. Mentre

le mie e nostre stagioni si ripetono e cambiano le canzoni, forse, ma

non i luoghi, Bettinelli faceva due giri del mondo. Giri guadagnati

chilometro a chilometro. Un Phileas Fogg a due ruote, che nel giro del

mondo trovava anche la sua futura sposa, ancora più a oriente delle

Indie.. in Cina. Però sempre dandogli un passaggio sulla sua Vespa

mongolfiera. O forse era parente di quei grandi velisti solitari come

Fogar, che agli abissi avevano sostituito la polvere e lo sterrato.

Una

sua leggerezza gli permetteva di prendere la vita sapendo prendere e

lasciare. Fermarsi e ripartire. Abbiamo passato alcune sere a Milano,

dove era venuto per la casa editrice e per un fratello che ci vive, e

fu come un lembo ritagliato di quotidianità... Per due giorni abbiamo

provato il lusso di essere dello stesso quartiere. Dava la vertigine

però, pensare a quante migliaia di chilometri ci avrebbero separato dal

prossimo incontro. Incontro circolare che mi avrebbe trovato allo

stesso punto, ma che necessitava di un suo giro di pianeta. Questo

girare era unÔÇÖelaborazione della sua vocazione alla scrittura. Tutto

quel viaggiare non avrebbe avuto senso se non fosse stata materia da

rielaborare sulla pagina, perchè era la pagina la vera rotta del suo

viaggiare. Giorgio è stato prima scrittore che viaggiatore. Le sue

ÔÇ£Caramelle di liquiriziaÔÇØ vennero prima della Vespa. E anche le canzoni

che aveva scritto e di cui non sapeva bene ancora che fare. Parlando

delle nostre vite, mentre io mi affacciavo a mezzo dei suoi racconti a

tutti i luoghi, le strade e i paesi che avevo già mancato, Bettinelli

veniva colto dal rammarico per tutte le cose che non avrebbe scritto,

le canzoni che non avrebbe composto, gli spettacoli che non avrebbero

visto la luce, a causa di tutto quel viaggiare. Così almeno da questo

ci sentimmo accomunati. Dal fatto che tanto ad andare che a stare fermi

cÔÇÖè sempre qualcosa che manchiamo.. Erano queste, considerazioni di

vita, scelte, destini, che rimanevano come cenere alla fine di racconti

mirabolanti.

Bettinelli essendo abituato a portarsi poco aveva spazio

per tutto, e così trovò il modo di portarsi dietro anche la nostra

amicizia. Dava notizie di sè, da laggiù, sul Mekong. Faceva inviti, e

si portava con sè parti di noi.

Memorabile fu lÔÇÖincontro con il mio

amico Marco Cervetti, il gigante. Entrambi sapevano parlare il cinese,

e Bettinelli portava sette orecchini al lobo, uno per ogni lingua che

aveva imparato. Cervetti lesse tutti i suoi libri dopo che fu partito,

a voce alta, tenendone viva la voce.

Mi raccontò Bettinelli che per

lenire il dolore del primo abbandono che subì da un suo amore, andò

immediatamente, e ancora piangendo, in un agenzia di viaggi. Prese il

primo viaggio disponibile nel pomeriggio stesso. E ancora con le

lacrime agli occhi si ritrovò a finire di piangere nel Borneo. E lì

stette mesi, e poi per caso si procurò una Vespa. E così cominciò.

Girò

tutta lÔÇÖAfrica e rischiò la vita e perdette la Vespa al contatto con

certe popolazioni, presso le quali era proibito entrare senza

protezioni. Bettinelli ha attraversato la Siberia prima del gelo, ha

posato pneumatici e piedi sul lago Baikal e, da diavolo qual è, è

arrivato fino in Tasmania. Ha attraversato tutto il Nordamerica e poi

la Patagonia, e tutta la Cina dove si è anche costruito una casa e una

famiglia, e poi e poiÔǪ lÔÇÖaltra mattina da così lontano, ecco insomma ho

appreso che non ci sarà più modo di salutarci. Forse è così che succede

con i viaggiatori, o forse così succede a tutti noi. Borges diceva che

se in fondo non ci considerassimo immortali non avremmo la forza di

salutarci, perchè ogni volta potrebbe essere lÔÇÖultima, però con un

viaggiatore è tutto ancora più lontano, non puoi che rivolgerti al

cielo, per fargli un saluto, ed è al cielo che rivolgo le mie lacrime

per non potere più salutare, nè rivedere gli occhi infebbrati di

Giorgio Bettinelli. Così succede con i viaggiatori, se ne vanno e la

loro fine resta avvolta nel mistero, poche righe amorevoli provenienti

da terre lontanissime. Dicono quelle righe che ora Giorgio è in un

altro freddo mondo, così come tutti noi saremo, ma con un viaggiatore

la fine si fa più disarmante, perchè ci pone più a contatto col mistero

del nostro vivere, vederci e sparire. Forse per questo mi pare che lÔÇÖ

unico mezzo a cui affidare queste lacrime sia scriverne, come fosse al

cielo. Brum brum amico con una chitarra per bagaglio, a tracolla, allÔÇÖ

antica... e che lo spazio non ti manchi, ancora più che il tempo.

Vinicio Capossela

Inviato

"Borges diceva che se in fondo non ci considerassimo immortali non avremmo la forza di salutarci, perchè ogni volta potrebbe essere lÔÇÖultima"

si...e allora non salutiamoci affatto, perchè immortali non siamo...e il viaggio che faremo per ultimo non sarà diverso uno dall'altro...sarà per tutti uguale....quindi godiamoci quelle pagine che Giorgio ci ha lasciato, perchè i suoi viaggi diversi dai nostri restino per tutti a farci capire come bisogna arrivare all'ultimo nostro, quando arriverà...

sereni, con lo sguardo verso l'orizzonte che non vorremmo finisse mai, neanche col cadere della notte..........

Ciao Giorgio

Inviato

ciao giorgio, ora sei libero di arrivare dove non sei mai arrivato con la tua vespa... ciao vespista... buon viaggio... noi continueremo a sognare i tuoi fantastici viaggi grazie a quello che ci hai regalato

Inviato

Nella sezione viaggi c'è una discussione (legata a questa) nella quale ho raccolto le testimonianze che ritengo più significative.

Oggi ho aggiunto la testimonianza di quello che probabilmente è stato l'ultimo italiano ad averlo incontrato, ospite nella sua casa cinese.

A questo link potete leggere la sua testimonianza.

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