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Inviato (modificato)

Dopo aver compiuto un bellissimo viaggio in vespa la scorsa estate ho desiderato scriverne il resoconto per rendere partecipi tutti delle emozioni provate (spero di riuscirci almeno) il testo è molto lungo perciò, su consiglio di VOListi più esperti lo dividerò in 4 parti e vedrò di creare poi un fotoalbum da linkare.....

Per chi avrà voglia di dare un'okkiata, buona lettura........

Vacanze in Vespa 2008

11 Luglio ÔÇô 17 Luglio 2008

1°giorno

La notte che precede le partenze non riesco mai a dormire molto, dormo decisamente poco e quel poco anche male. Sono consapevole che dovrei riposare ma dentro di me aspetto con ansia il trillo elettronico della radiosveglia, lo stesso odiato suono di ogni mattina ma che in quella occasione invece da il via allÔÇÖinizio dellÔÇÖavventura. Persino le abitudini del mattino divengono frettolose e approssimative, poichè quello che prevale in me è il desiderio di raggiungere al più presto il garage, dove mi aspetta la Vespa, già caricata con attenzione il giorno prima.

Sono le sette del mattino quando in lontananza vedo apparire ed avanzare verso di me il fanale della Yellow Thunder; questo è il nome con cui Moreno chiama, fin troppo pomposamente, la sua PE 200, che di giallo ha molto ma del tuono molto meno!

Piccola sosta caffè e partiamo subito in direzione Gorizia, seguendo rigorosamente le strade statali, le uniche che per decisione abbiamo scelto di percorrere, sia perchè consapevoli che lÔÇÖindole e le caratteristiche della Vespa ben poco si addicono allÔÇÖautostrada, sia perchè le statali e le strade minori conferiscono ai viaggi in moto un aspetto molto più romantico, interessante e decisamente ÔÇ£old styleÔÇØ.

A metà mattinata siamo già oltre il confine Sloveno; acquisto una stecca di sigarette a buon mercato presso il Free Duty Shop, facciamo benzina, fumo avidamente una delle nuove sigarette appena acquistate e ripartiamo con destinazione Ljubljana, addentrandoci in un reticolo di stradine secondarie selezionate precedentemente con cura sulla cartina. La scelta si rivela immediatamente azzeccata, il percorso è piacevolissimo, con strade in ottimo stato, immerse nel verde e con pochissimo traffico; lÔÇÖaria è carica di odori intensi di erba e di concime naturale, e ci dedichiamo a pennellare il susseguirsi di curve in scioltezza, a 70 allÔÇÖora o anche menoÔǪ Purtroppo i camionisti che ci sopraggiungono da dietro, seppur non molti, guidano in maniera veramente spericolata e ci superano a velocità sostenuta sfiorandoci come irresponsabili, praticamente incuranti della nostra esistenza!

Notiamo subito come la Slovenia abbia fatto veramente passi da gigante nel miglioramento della propria struttura e organizzazione sociale, rispetto a quando costituiva parte della ex Yugoslavia e prima quindi del conflitto che ha determinato la scissione dellÔÇÖarea balcanica nella attuale configurazione di stati autonomi.

Visitiamo in modo un poÔÇÖ veloce e sommario la capitale slovena, un misto un poÔÇÖ confuso di angoli dal sapore antico e zone di estrema modernità. Moreno la considera bella, a me invece piace molto meno, o probabilmente attira poco o meglio ancora rispecchia canoni di bellezza lontani dal mio concetto personale.

Decidiamo quindi di proseguire verso Maribor, seguendo un nuovo intreccio di strade secondarie.

LÔÇÖabbigliamento ÔÇ£tecnicoÔÇØ che usiamo è costituito da casco jet, jeans, magliettina e sandali, ma la giornata è veramente calda e la sensazione di calore rimane veramente intensaÔǪ Sudo dentro il casco e penso qualche minuto alla Guzzi 1100 che ho lasciato a casa; se avessi intrapreso questo viaggio con lei a questÔÇÖora avrei avuto addosso giubbotto in pelle, pantaloni tecnici, stivali, guanti e casco integraleÔǪ Il solo pensiero mi fa sudare ulteriormente, e nonostante sia consapevole che in caso di ÔÇ£infortunioÔÇØ i jeans e la maglietta non servono assolutamente a nulla in termini di protezione, sono contento di non avere addosso nulla in più.

Poco prima di Maribor deviamo verso Ptuj, dove la mappa segnala un campeggio; lo individuiamo facilmente in quanto si trova presso il centro termale e con sorpresa scopriamo che èÔǪ semplicemente meraviglioso, molto pulito e con a disposizione una serie di piscine di varie dimensioni con giochi dÔÇÖacqua, scivoli, idromassaggio terapeutico e quantÔÇÖaltro! Montiamo velocemente la tenda e ci regaliamo subito due ore di relax in acqua calda termale; tra i campeggiatori suscitiamo subito una certa curiosità e molti si avvicinano, scambiano la mia PX 150 ultima serie per un vecchio esemplare completamente restaurato, spieghiamo che la mia 150 ha solo due anni di vita mentre la 200 di Moreno ne ha oltre venti e si stupiscono del fatto che praticamente sonoÔǪ identiche!

Chiedono da dove veniamo e dove siamo diretti, rimanendo colpiti dal programma di viaggio; ci dicono che siamo ÔÇ£bravesÔÇØ (è evidente che non immaginano le vere capacità di viaggiatrice della Vespa) e si congedano con sorrisi e pollici alzati che tutto sommato fanno sempre piacere.

Concludiamo la giornata con una pizza ÔÇ£made in SloveniaÔÇØ ma molto gustosa e una bella bevuta di corposa birra scura, che unita ai 430 chilometri percorsi agevolerà il sonno più di quanto si poteva immaginare.

2°giorno

Dopo la classica frase di rito ÔÇ£do you speak English?ÔÇØ e una convinta risposta ÔÇ£Yes, of course!ÔÇØ, ordiniamo in inglese due cappuccini e due croissant a una giovane cameriera un poÔÇÖ svampita, ci vediamo recapitare al tavolo due limonate! Facciamo osservare lÔÇÖerrore, rispieghiamo in inglese ancora più curato e dettagliato che desideravamo due cappuccini e due croissant, la cameriera svampita si da uno schiaffetto sulla fronte a voler simboleggiare sbadatezza e sorride, e dopo pochi minuti torna con due pseudo-cappuccini, un vassoietto con 3 pezzetti di pane al sesamo, (visto che siamo in due poteva almeno portarli pari!!!) del burro e della marmellata! Ci guardiamo perplessi ma accettiamo la colazione come validaÔǪ

Consultiamo la carta stradale (personalmente non amo molto i vari navigatori satellitari, GPS e marchingegni similari) constatando che per entrare in Ungheria per il punto stabilito dobbiamo percorrere una strada che passa per la Croazia. Vista lÔÇÖattuale facilità negli ingressi non ci facciamo problemi e scegliamo questa soluzione, aggiungendo anche se in modo molto virtuale un altro Stato a quelli da attraversare. Una trentina di chilometri di Croazia ci permettono quindi di entrare in Ungheria imboccando poi la strada numero 86 in direzione Mosonmagiaròvàr, una cittadina a nord il cui nome non riuscirò a memorizzare in alcun modo

La 86 ci regala unÔÇÖesperienza bellissima anche se condita da una certa dose di monotonia; la strada è praticamente dritta per oltre 200 chilometri, larga almeno una quindicina di metri e con un asfalto piuttosto buono, i vari piccoli centri abitati si sviluppano leggermente al di fuori e la loro presenza è testimoniata solo dai cartelli di indicazione; tutto attorno molte aree boschive si alternano a immense distese coltivate a grano, mais e girasoliÔǪ questa parte di territorio non a torto era considerato tra i principali granai dellÔÇÖimpero austro-ungarico; il percorso è però molto ventoso e qualche raffica più forte di altre fa leggermente sbandare le Vespe, la cui stabilità è già un poÔÇÖ compromessa dal bagaglio. Anche qui il vero disturbo alla guida è però rappresentato dai camion, seppure non molto frequenti ma che superano di gran lunga i limiti imposti. DÔÇÖora in avanti adotteremo per la nostra salvaguardia una tecnica di vecchia origine ÔÇ£ciclisticaÔÇØ; non appena un camion appare sugli specchietti al primo spazio utile ci rifugeremo qualche secondo fuori dalla carreggiata in attesa di essere superati, per poi riprendere la marcia.

Pranziamo con zuppa di gulasch, patate e un eccellente dessert in una specie di trattoria alla periferia di Szombathely (si pronuncia Sciombathai) dove però lÔÇÖanziano gestore tenta un poÔÇÖ maldestramente di fregarci sul conto, senza considerare, come invece facciamo osservare noi, che 10.000 (la nostra banconota) meno 6500 (il conto) fa 3500 sia che siano Fiorini Ungheresi, Euro oppure pop corn!

La giornata è molto calda e lÔÇÖeffetto rinfrescante della birra bevuta a pranzo svanisce rapidamente.

La sera precedente avevamo dormito in tenda stesi sul nudo suolo, che seppur erboso non si era rivelato un toccasana per le nostre schiene; per ovviare a questo ci fermiamo in un centro commerciale; io rimango fuori a sorvegliare Vespe e bagaglio mentre Moreno è ufficialmente incaricato dellÔÇÖacquisto. Dopo un quarto dÔÇÖora esce con in mano due fagotti arrotolati, unico articolo disponibile, che dalla sera stessa in poi si riveleranno essere due simil-materassini simil-gonfiabili e di simil buona qualità, i quali avrebbero dovuto assicurarci quantomeno un simil-comfort notturno ma che in verità sono stati solamente un simil-buon acquisto e hanno costituito solo un peso in più da aggiungere al caricoÔǪ Al termine del viaggio verranno gettati nellÔÇÖimmondizia senza alcun rimpianto. Pazienza!

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Modificato da Lorenzo205
 
Inviato

Facciamo una sosta improvvisa per fumare la mia rilassante sigaretta e valutare un rumore anomalo che proviene dal motore di Moreno. Non è un rumore forte, ma non è da sottovalutare. Tuttavia ci conforta il fatto che il motore era stato revisionato da poco e molto accuratamente e inoltre è difficile che una Vespa arrivi a piantarti per la strada, nel bene o nel male, magari gracchiano e tossendo ma ti riporta sempre a casa. Speriamo bene, in fin dei conti per ora non possiamo che andare avanti.

Nel suo tratto finale la strada 86 si fa ancora più ventosa, e se inizialmente ci eravamo convinti che fosse un semplice episodio meteorologico, la presenza di numerosi generatori eolici ci fa capire immediatamente che il forte vento è una caratteristica costante di questo territorio, una grande risorsa da poter sfruttare. Ci fermiamo per un paio di foto e penso a come sia bello e significativo vedere come il vento venga in effetti sfruttato utilmente. Osservo quelle altissime colonne, le grandi pale girano lente, con una certa solennità ed eleganza, attorno si sente solo il soffio del vento, rotto a tratti dal passaggio di qualche auto, e la in alto si produce energia, energia utile, specie se non sprecata, senza disturbare nessuno, senza sporcare niente, senza bruciare nienteÔǪ A me lÔÇÖidea piace e credo che quegli enormi ventilatori tutto sommato non siano nemmeno brutti da vedere, avendo in se qualcosa di maestoso e racchiudendo nei loro rotori una delle molte chiavi utili per aprire le porte a un futuro diverso.

La riga ordinata di generatori eolici ci accompagna fino allÔÇÖingresso in Slovacchia; un tempo queste frontiere richiedevano passaporti, visti consolari, pazienti attese e doganieri sempre sospettosi. Per fortuna oggigiorno lÔÇÖaccesso è libero e senza nessuna restrizione, sintomo questo di una nuova positiva consapevolezza europea. Molto meglio così.

Non dobbiamo percorrere molti chilometri per giungere finalmente alla capitale Bratislava, seconda tappa prefissata del nostro itinerario.

Facciamo sosta circa unÔÇÖoretta nei pressi del centro storico, con qualche difficoltà a cambiare valuta (le banche stranamente non la cambiano, e sarebbe stato meglio cambiare al confine) e più che altro per ammirare quantomeno inizialmente il ÔÇ£Bel Danubio BluÔÇØ, resi famoso allÔÇÖinverosimile dal valzer di Strauss, blu solo metaforicamente in quanto il suo colore ricorda più il Canal Grande a Venezia che lÔÇÖazzurro, per il resto dobbiamo accontentarci per ora solo di un paio di foto, urge individuare un camping per la notte e scopriamo che il più vicino si trova in un paese che si chiama Senec a 25 chilometri a est della capitale.

Dopo oltre mezzÔÇÖora di asfalto rovente della statale lo raggiungiamo chiedendo più volte e con qualche difficoltà, e già al nostro ingresso destiamo la solita notevole curiosità. Il ÔÇ£campeggioÔÇØ riserva però una triste sorpresa, in quanto altro non è se non un vestissimo terreno alberato in balìa delle orde barbariche, con allÔÇÖingresso una sbarra azionata a mano e una attempata cassiera a cui ci rivolgiamo in inglese e che continua però a risponderci in tedescoÔǪ osserviamo le targhe delle auto e moto presenti, tutte provenienti da Slovacchia e Repubblica Ceca, i soli ad essere veramente stranieri siamo noi due. Restiamo sconcertati dalla agghiacciante visione del gruppo servizi-docce, che riversano in uno stato indescrivibile, vomitevole, pietoso e il cui livello igienico oltrepassa di gran lunga la soglia dellÔÇÖindecenza; di malavoglia e nostro malgrado li dovremo utilizzare, seppur nella misura più ridotta possibile.

EÔÇÖ ormai sera e mentre decidiamo in quale dei vicini chioschi mangiare qualcosa notiamo con gusto che molti ragazzi si soffermano a guardare le Vespe; dai discorsi e dalla mimica abbiamo la netta sensazione che pur conoscendo gli scooter per il loro nome, sicuramente famoso in tutta Europa, non devono mai averne visto uno ÔÇ£in liveÔÇØ. Purtroppo capiamo anche subito che la nottata potrebbe non essere delle più tranquille, e la gran quantità di birra e alcolici che vediamo scolare non fa presagire nulla di buono; la notte infatti confermerà ampiamente i nostri presagi. Giovani che camminavano tra le tende parlando ad altissima voce, musica dalle autoradio alle 4 del mattino, gente che ballava e cantava a squarciagola, intere canzoni o sciocchi ritornelli, risate grasse, dense di ubriachezza e quantÔÇÖaltro la stupidità giovanile condita da una buona dose di alcool possa partorire.

Nel bene o nel male, complice una certa stanchezza, riusciamo a ritagliarci ugualmente qualche breve sprazzo di sonno ristoratore, maledicendo con tutte le formule da noi conosciute quella massa di barbari, non negandoci neanche il conforto di qualche frase blasfema.

3°giorno

Ci risvegliamo verso le sei del mattino, forse a causa dellÔÇÖeccessivo silenzio che finalmente pervadeva il campeggio (anche gli idioti prima o poi dormono!) e dopo una finta toilette smontiamo in modo incredibilmente rapido la tenda e carichiamo i Vesponi. Quasi sul punto di partire scopriamo un piccolo inconveniente meccanico; la ruota posteriore della 200 di Moreno è a terra; la sera prima era a posto e la cosa appare un poÔÇÖ strana, in ogni caso senza perdere tempo estraggo la ruota di scorta dalla pancia sinistra del Vespone e la sostituisco, mentre Moreno, tiene sollevato leggermente il posteriore prendendolo per il portapacchi. Un quarto dÔÇÖora lo impieghiamo per cambiare la ruota, e un altro quarto dÔÇÖora a elogiare e ringraziare con le parole e col pensiero chi ha ben pensato di munire la Vespa di una ruota di scorta già pronta allÔÇÖuso! (Per completezza di cronaca ricordiamo che fu lo stesso progettista Ing. Corradino DÔÇÖAscanio, che progettando il prototipo della Vespa nel 1946 pensò che sarebbe stato molto utile dotarla appunto di una ruota da tenere di scorta, e la sua scelta si è rivelata azzeccata anche nel 2008 in un campeggio vicino a Bratislava!)

Raggiungiamo quindi il centro storico della capitale slovacca, lasciamo Vespe a bagagli in un parcheggio custodito e iniziamo ad addentrarci a piedi per le piazze e le stradine della città. Bratislava ci sembra una bella città, non esageratamente grande, a una prima apparenza ben vivibile e piuttosto tranquilla. Ne ammiriamo la piazza principale, seguiamo il viale pedonale ricco di fontane, statue e un paio di piccoli palchi pronti per una qualche rappresentazione; una statua moderna, realizzata con pannelli di lamiera saldati tra loro, attira in particolare lÔÇÖattenzione e lÔÇÖilarità dei molti turisti, in quanto raffigura una donna in posizione estremamente ÔÇ£ricettivaÔÇØ nei confronti dellÔÇÖuniverso maschileÔǪ questa statua tra risatine e allusioni varie andrà a occupare una piccola parte della memoria delle fotocamere digitali presenti sul luogo. Ammiriamo la cattedrale in puro stile gotico, un poÔÇÖ tetro in se ma estremamente affascinante, allÔÇÖesterno di unÔÇÖaltra chiesa è esposta la locandina di un nutrito programma di concerti di musica classica, diluiti in vari giorni, ai quali sarebbe sicuramente interessante assistere avendone il tempo. Le vie principali sono servite da romantici tram di vecchia concezione ma efficienti e veramente ben tenutiÔǪ Trovo personalmente molto rilassante e piacevole la presenza dei tram storici nei centri cittadini; molti li vedremo più avanti in unÔÇÖaltra capitale.

Mangiamo qualcosa in uno dei tanti affollati ristorantini per turisti ai lati della piazza e ripartiamo alla volta della più importante tappa del nostro viaggio. Con qualche difficoltà usciamo da Bratislava e imbocchiamo la strada che in pochissimi chilometri ci accompagna il confine con lÔÇÖAustria e da qui continuiamo lungo una verde e tranquillissima statale che attraverserà molti verdi e altrettanto tranquilli paesini. Fa molto caldo e il ronzare costante delle Vespe a 70 allÔÇÖora mi provoca una lieve sonnolenza, poco auspicabile alla guida di un veicolo; il problema svanisce di colpo alle quattro del pomeriggio circa, quando un inequivocabile cartello bianco con scritta nera (lo stesso che useremo per la classica foto di rito) ci avvisa che le nostre piccole ruote 3.50 -10 stavano finalmente entrando a Vienna!

SEGUE..................

Inviato

Procediamo senza alcuna consapevolezza su dove andare, lÔÇÖunica cosa che sappiamo è che siamo entrati nella città provenendo da est e vogliamo portarci esattamente dalla parte opposta, a ovest dove cÔÇÖè un campeggio che ci interessa. Decidiamo intanto di raggiungere in qualche modo il centro, dal quale poi tenteremo di districarci assumendo informazioni qua e là. Impieghiamo circa unÔÇÖora per arrivare allo scopo, dopodichè ci fermiamo per un caffè, scopriamo di non essere affatto al centro ma bensì verso la periferia nord, e quindi, presa coscienza di ciò, cominciamo a chiedere come raggiungere la zona ovest della città, prima però telefoniamo a Oliver e lo informiamo del nostro arrivo a Vienna; le informazioni che ci danno sono lÔÇÖuna il contrario dellÔÇÖaltra e ci ritroviamo a girare avanti e indietro per unÔÇÖaltra ora e mezza, con un inevitabile senso di sconforto e nervosismo; chiediamo a ripetizione ogni 300 metri e finalmente a piccoli, microscopici passi raggiungiamo il Camping West Wien.

Richiamiamo Oliver, e montiamo rapidamente la tenda, mentre lui ci raggiunge in pochissimo tempo con la sua PX 125 rossa, senza un granello di polvere e di un lucido abbagliante. Assieme, dopo le presentazioni di rito e i primi convenevoli, ci beviamo tre ottime birre austriache, seduti su dei lunghi tavoli in legno, io scelgo come sempre quella scura.

Bisogna sapere che prima di partire avevamo scritto sul forum del sito internet del Vespa Club Vienna, spiegando del viaggio che eravamo in procinto di realizzare, dichiarando apertamente che se qualche socio volesse incontrarci, fosse anche solo per una birra e quattro chiacchiere, ne saremmo stati ben lieti. In circostanze analoghe spesso non avevamo nemmeno avuto risposta, ma in questo caso la e-mail non era passata del tutto inosservata e a rispondere era stato proprio Oliver, che oltretutto parla benissimo lÔÇÖitaliano, il quale si era messo a disposizione per esserci utile nel caso ne avessimo avuto bisogno.

Grazie a una e-mail quindi le due PX una volta a Vienna divennero tre e quale miglior occasione per fare conoscenza se non seduti al tavolo per cena? Accendiamo le Vespe e Oliver fa strada con sicurezza per le vie della capitale portandoci nel più rinomato locale dove viene servita la famosa Wiener Schnitzel, gigantesca cotoletta di maiale impanata servita con patate.

Una parentesi doverosa: chi è convinto o crede perchè gli è stato riferito che gli austriaci vanno sempre piano e guidano in maniera ligia e rispettosa di ogni cavillo del codice stradale, si sbaglia e non di poco. Già partendo dal campeggio Oliver comincia a sfrecciare per la città a 80 ÔÇô 90 allÔÇÖora costringendoci a seguirlo in continui slalom e cambi di corsia, tra auto che sfrecciano a loro volta effettuando continui cambi di corsia, sorpassi delle carrozze trainate da cavalli e qualche occasionale sgommata ai semafori. Lo diciamo immediatamente a Oliver che ci guarda stupito;

- non sto andando mica forte!

- gli austriaci vanno piano? Forse nei paesi, non certo qui!!

Sono le sue risposte

Dopo la cena viviamo unÔÇÖesperienza alla quale non avremmo mai pensato e che da soli avremmo ben difficilmente potuto fare. Oliver ci guida in un tour in Vespa by night attraverso tutta la parte vecchia della città, ci illustra i monumenti, ci spiega lÔÇÖuso che viene fatto oggigiorno di alcuni edifici storici, tra cui lo stesso palazzo imperiale di Sch├Ânbrunn e il Rathaus (municipio). A mezzanotte stiamo ancora girando, per strade e stradine, per viali e viuzze, in una Vienna ormai semivuota, in unÔÇÖatmosfera magica di moderne insegne, di luci riflesse sulle fontane e sul ferro delle rotaie, di antiche ombre sugli sfarzosi palazzi che a distanza di anni rispecchiano ancora con maestosità la grandezza di quello che fu lÔÇÖimpero austro-ungarico, unÔÇÖatmosfera in cui immergersi e scoprire i tanti colori del buio e i tanti rumori nascosti nel silenzioÔǪ

Ci addormentiamo avvolti nei sacchi a pelo che è ormai lÔÇÖuna di notte e solo un paio dÔÇÖore dopo veniamo svegliati dal rumore della pioggia sulla tenda.

4°giorno

Il mattino dopo piove ancora, anche se a tratti, il cielo cupo e la temperatura, scesa di molto, non promettono niente di buono. Oliver è puntualissimo e ci accompagna a far colazione alla ÔÇ£GlorietteÔÇØ una dependance del palazzo imperiale immersa nel verde del parco, anticamente usata per le attività diplomatiche dellÔÇÖimperatore nel periodo estivo, e ora adibita a lussuoso caffè per i cittadini.

Passiamo il resto della mattinata tra i rivenditori Piaggio in cerca di un pneumatico nuovo e una camera dÔÇÖaria per la 200. Riusciamo a trovare il tipo di gomma che ci interessava solamente presso una piccola officina di un socio del VCW e a prezzi decisamente alti, tuttavia lÔÇÖincontro è interessante e si confrontano i mondi vespistici nazionali con quelli Austriaci e si conclude con le immancabili foto e scambio di e-mail.

Nel pomeriggio Oliver ci porta in cima ad una torre panoramica alta circa 150 metri, in vetta alla quale cÔÇÖè un elegante bar che gira lentamente su se stesso, che si raggiunge con un velocissimo ascensore. Per dare risalto al panorama circostante le pareti sono delle semplici vetrate. Ci sediamo per bere qualcosa ma dopo pochi istanti vengo colto dal panico, dico agli altri di bere comodamente quello che volevano e di non preoccuparsi, e mi precipito allÔÇÖascensore che in pochi secondi mi riporta al pian terreno, dove mi tranquillizzo fumandomi una paglia.

Alla sera ceniamo a base di carni varie, verdure cotte e abbondantissima birra in uno dei locali più tipici della città, tra cameriere in costume, fisarmoniche e canzoni in dialetto viennese, e solo a tarda sera ci congediamo da Oliver tra mille ringraziamenti con la promessa di rivederci presto in Italia.

5°giorno

Smontiamo tenda, armi e bagagli e carichiamo tutto sui portapacchi; facciamo colazione con un caffè di pessima qualità e ci intratteniamo una mezzÔÇÖoretta con un simpatico signore inglese sui 60 anni, insegnante in pensione, che gira lÔÇÖEuropa con una moto russa un poÔÇÖ sgangherata, una Dnepr con sidecar, assieme alla moglie, una donna dalla stazza impressionante che ci fa pensare che la scelta di un sidecar sia stata più una vera necessità che un vezzo anticonformistaÔǪ

Impieghiamo unÔÇÖoretta buona per uscire da Vienna e portarci verso sud nella regione montuosa della Stiria.

Nel cuore della regione le strade confondono un poÔÇÖ le idee, in quanto sono molto larghe e in perfetto stato, dando lÔÇÖimpressione di correre quasi in unÔÇÖautostrada, tuttavia sono vere e proprie strade di montagna con la ovvia e relativa pendenza. Salire in quarta marcia è impensabile e in molti tratti anche la terza fatica non poco costringendoci a usare addirittura la seconda. Per svariati chilometri i piccoli ma inesauribili motori di Pontedera sono costretti a girare quasi a piena potenza confortati solo dal vorticoso soffiare della ventola di raffreddamento. La giornata è ancora poco promettente, il cielo decisamente nuvoloso e fa freddo. Attraversiamo numerosi piccoli paesi tipici di montagna, tra odore di stalle e di erba umida, case dai balconi in legno e depositi di legna e trattori trainanti fusti di alluminio ricolmi di latte.

Strada facendo ci imbattiamo involontariamente in un raduno di Vespe! Ci fermiamo unÔÇÖoretta girovagando per il parcheggio, dove notiamo una PX rossa targata Modena e unÔÇÖaltra bianca targata Siracusa! Valutiamo nel frattempo se fosse stato il caso di accamparci lì per la notte, assieme alle decine di radunisti già presenti, ma alla fine decidiamo di proseguire.

Verso il tardo pomeriggio ci fermiamo in un bar scelto a caso lungo la strada a bere un caffè caldo. Il simpatico gestore con un viso rotondo e dei baffi a forma di corna di bufalo ci fa i complimenti per le Vespe e per il viaggio intrapreso del quale ci chiede ragguagli e dettagli, ci consiglia però di percorrere circa 10 km fino al paese e lì trovare un alloggio perchè lo avevano appena informato di un fortissimo temporale in arrivo e rischiamo di andargli giusto incontro. Fumando una sigaretta decidiamo di dare ascolto al barista e ci avviamo. Di chilometri però riusciamo a farne solo due o tre dopodichè una cascata dÔÇÖacqua si rovescia su di noi! Non cÔÇÖè nelle vicinanze nemmeno una fermata dellÔÇÖautobus, un benzinaio o qualsiasi altro tipo di tettoia che possa permetterci di indossare le tute impermeabili, e in pochi secondi siamo fradici; procediamo rassegnati e infreddoliti, sotto un torrente di pioggia e raffiche di vento che fanno sbandare le Vespe da una parte allÔÇÖaltra, e anche la visibilità è scarsa dato che i nostri leggeri caschi aperti permettono agli schizzi di arrivarci in piena faccia.

SEGUE.....................

Inviato

Arriviamo al piccolo paese praticamente deserto e incontriamo un confortante cartello in legno che indirizza verso una Gasthaus, situata però a ulteriori tre chilometri e mezzo lungo una stradina larga 2 metri che si inerpica allÔÇÖinterno di un bosco. E se fosse chiusa?? Tra le varie incertezze che ci assalgono decidiamo comunque di raggiungerla, visto che oramai ripararsi non ha più alcun senso. La stradina è ripidissima e leggermente sconnessa, oramai cosparsa di foglie e ramaglie staccate dal violento temporale e dobbiamo anche schivare qualche buca che rischia di danneggiare le nostre piccole ruote.

La Gasthaus fortunatamente è aperta e ci arriviamo bagnati fino al midollo. Il titolare e i clienti presenti al bar ci guardano con curiosità e ci accolgono con un che di pietoso; vista la situazione ci viene addirittura accordata una stanza a prezzo ridotto e subito si premurano di aprire un deposito, dallÔÇÖodore dellÔÇÖaria probabilmente una vecchia stalla o qualcosa di simile, per farci mettere le Vespe al coperto. AllÔÇÖinterno del deposito cÔÇÖè però un certo tepore e le Vespe sembrano quasi gradire la sistemazione, tutto sommato consona e adeguata per delle nobili ÔÇ£cavalcatureÔÇØ!

La stanza si rivela quanto di meglio si potesse desiderare, pulita, calda e accogliente, odorosa di legno e decorata con il tipico stile mitteleuropeo. Confesso che in quella situazione anche un pagliericcio mi sarebbe andato altrettanto bene. Facciamo una doccia bollente e cerchiamo di mettere ad asciugare in qualche modo i vestiti bagnati, dopodichè scendiamo per la cena. Ignoro deliberatamente i più avanzati pareri dei nutrizionisti e ordino lÔÇÖennesima, gustosa, sostanziosa Wiener Schnitzel con patate mentre Moreno opta per una zuppetta di verdure dallÔÇÖaspetto dimesso e un poÔÇÖ francescano; non ci facciamo mancare lÔÇÖimmancabile birra e un bel bicchierino finale di grappa; Moreno chiacchiera un poÔÇÖ in tedesco con il gentilissimo gestore finchè al primo calar della palpebra ci sdraiamo sui letti e sprofondiamo in un profondo sonno ristoratore.

Fuori piove ancora. Comincio ad avere i primi sentori di sconforto, ma non è la pioggia a portarmeli.

6°giorno

Al risveglio guardiamo subito fuori, il tempo è migliorato abbastanza anche se la giornata non si presenta proprio tipicamente estiva. Dopo una colazione abbondantissima riportiamo alla luce del giorno le Vespe, che nottetempo si sono anche asciugate, e ripartiamo ripercorrendo a ritroso la piccola stradina coperta di foglie e arbusti spezzati dalla pioggia. CÔÇÖè un forte odore di erba bagnata, di piante bagnate, di terra bagnata. Mi assale di nuovo un senso di sconforto, più intenso della sera prima.

La strada diventa per me inspiegabilmente monotona e poco interessante, solo un lungo nastro dÔÇÖasfalto che ci conduce fino a Graz e da lì poi giù fino in Carinzia.

Arriviamo abbastanza presto e dopo una ottima ma non eccessivamente grandeÔǪ Wiener Schnitzel con patate fritte, edifichiamo il nostro alloggio di nylon in uno splendido camping sul lago che è lÔÇÖesatto opposto del campeggio di Bratislava. LÔÇÖerba è rasata al millimetro, i servizi sono lindi e profumati, e ovunque regna un ordine e una tranquillità disarmanti. Forse fin troppo.

Per cena, dopo una settimana di Wiener Schnitzel con patate decido di cambiare menù e ordino unaÔǪ Wiener Schnitzel con funghi!

Dopo cena la quiete si fa addirittura opprimente, e se da un lato capisco il bisogno di tranquillità e relax dei vacanzieri austriaci e tedeschi, dallÔÇÖaltro lato comprendo anche i motivi per cui i nostri campeggi con animazione, musica e iniziative varie entusiasmino tanto gli ospiti stranieri! Chiediamo alla cameriera dove sia possibile trovare qualche forma di svago nel caso raggiungessimo il paese; ci risponde che al momento cÔÇÖè solo il festival dellÔÇÖeros ma che è bello e potremmo andare lìÔǪ

Ma noi abbiamo ormai intrapreso il viale che porta ai 50 e lÔÇÖidea di trascorrere lÔÇÖultima serata di viaggio ammirando oggettistiche di conforto in gomma o perizomi al profumo di tamarindo non ci attira granchè.

Infatti trascorriamo la serata in modo più costruttivo, semplicemente a chiacchierare tra di noi bevendo un paio di birre al tavolino del bar, scambiandoci pareri e opinioni, idee e progetti, accuse ed elogi, timori e ansie, sfottendoci a vicenda, ricordando episodi dellÔÇÖinfanzia e dellÔÇÖadolescenza, facendo cioè quello che normalmente dovrebbero fare due amici faccia a faccia tra di loro.

Nei brevi attimi di silenzio mi assale nuovamente quel senso di sconforto che ben conosco. LÔÇÖaria intorno è parecchio fresca e siamo stanchi; abbiamo allÔÇÖattivo circa 1800 km in sei giorni, che con la Vespa non sono poi così pochi; andiamo alla tenda e prepariamo i sacchi a pelo; voglio godermi però la serata ancora un attimo, voglio sentire lÔÇÖaria fredda, lÔÇÖodore intenso che proviene dal lago, in piena libertà, voglio non pensare che presto dovrò lavorare di nuovo, voglio non pensare a tutti i valori che la nostra cultura e la nostra società ha reso ÔÇ£sacriÔÇØ in forma standardizzata, la casa, il lavoro sicuro, la sicurezza in banca; sono anchÔÇÖio soggiogato a tutto questo, alle quotidianità che puzzano di banale lontano un chilometro e per le quali ci auto convinciamo di vivere nel migliore dei modi. Ma stasera non sarà così, stasera voglio provare anche solo per mezzÔÇÖora a sentirmi libero, senza regole. Vorrei solo che ci fosse Ines, la mia compagna, lÔÇÖunica ragione valida per abbandonare i sogni proibiti e tornare a casa e continuare a nutrirsi di rassegnazione.

E in barba alle ridicole regole dellÔÇÖigiene orale che obbligano ad avere sempre alito fresco e denti smaglianti, fumo avidamente lÔÇÖultima sigaretta della sera, seduto sulla sella, lancio infine lÔÇÖultimo sguardo alla PX ormai opaca di sporcizia, mi infilo nel sacco a pelo e con in bocca un buon sapore di tabacco bruciato mi addormento, illuso per mezzÔÇÖora di essere un uomo libero.

7°giorno

La giornata comincia proprio male, fa un freddo cane e non siamo preparati, non siamo certo ridotti a mezze maniche ma contavamo sul fatto di essere comunque in Luglio e non abbiamo con noi indumenti pesanti; facciamo quasi meccanicamente le operazioni di smontaggio del campo e caricamento del bagaglio, ma si parla meno del solito, non ne ho molta voglia, mi sento in balìa di quello stato dÔÇÖanimo che conosco bene e contro il quale non so lottare, o forse sarebbe più onesto dire contro il quale non ho la voglia ed il coraggio di lottare.

Le borse sono caricate con meno cura, le cinghie elastiche fissate alla meno peggio, sono consapevole che tanta attenzione non è più necessaria, quello è lÔÇÖultimo giorno.

In breve siamo di nuovo in strada e dopo poco facciamo una sosta per il pieno di benzina e per riscaldarci un poÔÇÖ, visto che fa veramente freddo. Pochi chilometri ancora e apparirà lÔÇÖindicazione stradale che non avrei mai voluto leggere, il nastro dÔÇÖarrivo, la linea oltre la quale il sogno svanisce e tutto precipita nellÔÇÖodiosa normalità.

Leggo con malinconia il cartello ÔÇ£ItaliaÔÇØ, su un alto pennone sventola il Tricolore, che osservo invece con piacere ed emozione, come sempre mi accade.

Siamo oramai a Tarvisio e dÔÇÖora in avanti il viaggio diventa solo un ronzare di motore su una striscia si bitume che ci condurrà dritti a casa, per lo meno adesso il sole splende e siamo tornati ad essere in estate.

Lungo il tragitto incontriamo i due PX targati Modena e Siracusa, stanno rientrando dal raduno austriaco, ci fermiamo tutti assieme in un bar per un caffè, tanto da togliersi quantomeno la soddisfazione di conoscerci e stringersi la mano.

Normalmente il rientro a casa dovrebbe essere sempre concomitante con una sensazione di euforia, di gioia, di tranquillità, di rassicurante consapevolezza che tutto verrà ripristinato a dovere, secondo lo schema previsto dal catalogo.

Parlo per me stesso, ma avrei desiderato che andasse diversamente, lÔÇÖho desiderato ora come sempre. quando iniziò la sensazione di sconforto, avrei voluto che il fanale anteriore avesse potuto guardare in tuttÔÇÖaltra direzione, magari Germania, e poi Danimarca, e poi Svezia, per tornare indietro attraverso la Norvegia, Olanda, Belgio, Francia, Spagna, Portogallo e poi di nuovo su verso la Scozia o magari invece toccare la sabbia del MaroccoÔǪ dicono che il bello di un viaggio è sapere che alla fine torni alla tua casa; ma il valore della propria casa e delle proprie origini ha un senso solo quando si può liberamente decidere di restare o di allontanarsene, secondo i propri desideri interiori. LÔÇÖessere umano dovrebbe cercare di imparare a ÔÇ£sentirsiÔÇØ a casa, anche lontano, anche durante temporanee solitudini, anche in presenza di altre lingue e soprattutto in presenza di altre genti.

Nel tardo pomeriggio siamo ormai a Treviso, davanti alla stazione ci salutiamo, da lì prenderemo due direzioni differenti. Un velo di tristezza si disegna sui nostri volti. Abbiamo srotolato un piccolo nastro, lungo 2000 chilometri ed ora il rotolo è finito. Per ora comunque va bene così. Per ora.

A PRESTO IL FOTOALBUM!!!!!!

Inviato (modificato)

Bravo Xispo! Ottimo lavoro!

... e ovviamenti complimenti per il viaggio e il dettagliato reportage! Quando avrai creato la photogallery poi portai linkare le varie immagini utilizzando la funzione "edita" e inserendo il link nel punto del testo a cui le immagini fanno riferimento. Ti consiglio di linkare solo le immagini più significative e di mettere in coda al messaggio un link alla photogallery per chi vuole vedere tutte le foto. Ciao!

L205

p.s.: il tuo impegno merita di essere premiato, ho quindi pensato di mettere per qualche tempo il tuo topic tra quelli "in evidenza".

Modificato da Lorenzo205
Inviato
Bravo Xispo! Ottimo lavoro!

... e ovviamenti complimenti per il viaggio e il dettagliato reportage! Quando avrai creato la photogallery poi portai linkare le varie immagini utilizzando la funzione "edita" e inserendo il link nel punto del testo a cui le immagini fanno riferimento. Ti consiglio di linkare solo le immagini più significative e di mettere in coda al messaggio un link alla photogallery per chi vuole vedere tutte le foto. Ciao!

L205

Grazie, almeno uno che ha letto!!! Io ho seguito attentamente i tuoi viaggi e mi pare che sei uno tosto, io ho un paio di amici vespisti ma organizzare qualcosa con loro è un dramma!!!! Peccato perchè spesso mi verrebbero buone idee...

Cercherò di seguire le tue istruzioni anche se mi sembra di essere un contadino dell'800 che legge un testo di biochimica applicata....

Per le foto sto vedendo, intanto ho il primo problema, ho tentato di registrarmi nella Galleria Foto ma mi rifiuta, dice che i miei dati sono errati, ma io ho solo quel Nick e qualle password, non mi posso sbagliare!!!!

Vedrò il da farsi.....

Inviato

Ho impiegato un pò di tempo per leggerlo, ma devo dire che il racconto è veramente ben fatto e il vostro viaggio è veramente un bel viaggio.

Sono stato anche io in tutti i posti che avete toccato e per un pò mi avete fatto tornare indietro con la memoria grazie alle vostre "ruote da 3.50-10" :)

Il senso di malinconia purtroppo c'è sempre ed è sempre triste dover tornare a dormire nel proprio cuscino dopo una così bella esperienza però l'estate incombe e forse è il caso di rimettersi in moto e pianificare un altro viaggetto, magari questa volta in direzione ovest, o nord ovest, o di nuovo ad est, o forse a sud o forse a NWW o meglio dove volete poi ;)

Inviato
Ho impiegato un pò di tempo per leggerlo, ma devo dire che il racconto è veramente ben fatto e il vostro viaggio è veramente un bel viaggio.

Sono stato anche io in tutti i posti che avete toccato e per un pò mi avete fatto tornare indietro con la memoria grazie alle vostre "ruote da 3.50-10" :)

Il senso di malinconia purtroppo c'è sempre ed è sempre triste dover tornare a dormire nel proprio cuscino dopo una così bella esperienza però l'estate incombe e forse è il caso di rimettersi in moto e pianificare un altro viaggetto, magari questa volta in direzione ovest, o nord ovest, o di nuovo ad est, o forse a sud o forse a NWW o meglio dove volete poi ;)

Grazie Federix, sapere che avete letto e apprezzato mi da veramente tanta soddisfazione... Quest'anno per motivi vari si farà qualcosa di minore in termini di strada, Oliver e altri soci del Vespa Club Vienna vengono in Italia per visitare la Toscana insieme a me, Moreno e un'altro (penso che dovremmo toccare anche Arezzo)... se vedi una carovana con tre targhe italiane e 7 targhe austriache siamo noi!!!!

Inviato

Ciao dalla svizzera,

come gia detto e difficile a trovare vespisti che si mettono in viaggio per km e km, pero noi qua a zurigo nel mio vespaclub facciamo speso dei lungi viaggi. Adesso prossimamente andiamo al eurovespa in austria e in agosto per la francia. Io personalmenete vorrei farmi un viaggio nel 2010 verso la spagna per 2 mesi!!!!!

Allora ciao

  • 4 settimane dopo...

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