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San Francisco(USA), 2 ottobre 2004 ore 10, nel parcheggio del Clarion Hotel si sente la voce di un americano che esclama:

..."Kcazsoni!!! pharthiamo thra quindisci minuthi!..."

E la folla di folli volisti esultò come non mai, con un urlo uscito dal piu profondo di noi.

Era il Raid dei Deserti di Vespaonline che stava partendo.

Oggi il ricordo di quell'urlo mi ha accompagnato per tutta la giornata, è passato un anno ma penso che lo ricorderò per tutta la vita, come dimenticare una cosa simile? Ero lì che lavoravo sulla vespa per il prossimo Raid, sensazioni strane tra ensusiasmo e melancolìa.

Ricordatelo pure voi e fate un giro ogni tanto sulle pagine del Raid.

Al Kapo un GRAZIE per aver ideato una cosa così, e a tutti i Raiders un abbraccio grandissimo.

LO SCERIFFO :D

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Secondo me tutti quelli che hanno partecipato a questa indimenticabile avventura hanno avuto un brivido lungo la schiena.

Daniel, fra quasi dieci giorni ci sarà un altro anniversario. il 15 ottobre ci siamo stretti la mano promettendoci di portare VOL in uno dei luoghi più remoti del pianeta: La terra del Fuoco.

Fra un mese caricheremo il dannato container per la più grande impresa mai compiuta da un gruppo di Vespisti.

A Bahia LaPataia ci abbracceremo.

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03-10-2004

Questo può intitolarsi il giorno delle grippate.

prima Gigi che spalma mezza fascia sul cilindro

e poi il Devils che anche lui spalma mezza gomma sull'asfalto

in una megabloccata da 50 metri, una volta fermo tira la frizione...

Ricordo l'arrivo a New Cuyama in serata, c'èra freschino

ricordo la minestrina di pollo, ottima! ma chi aveva cucinato quella sera?

Plipla, Andrea e Luca erano stanchissimi, la sera prima avevano lavorato parecchio e sono crollati.

Faccio la doccia nella camera loro, un motel di quelli che si vedono nei film!

Tetto basso, camere di cartone, una dopo l'altra con un numero sulla porta.

Ricordo di aver dormito fuori, tra la turbotenda e la sala-stampa.

Quante stelle quella notte!

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Ciao ragazzi, la "minestrina" era una specie di minestrone offerto dalla

proprietaria del motel, se mi ricordo bene era l'unica cosa che avevano

visto che il ristorante era chiuso, del posto ricordo la foto su quella" macchina

industriale tutta ruggine",e ho qualche pezzo tra i cimeli, vi ricordate la

colazione la mattina successiva e quella bambina con davanti un piatto

con 8000 calorie, grazie Daniel, sei veramente una memoria storica!!

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Questo è il giorno in cui mi sono perso, insieme al Turbo.

E' successo che arrivati al primo rifornimento da tanica, il piazzale era piccolo per il fanmuver, quindi si ferma piu' avanti rispetto al gruppo, circa 500 metri... Intanto che ogni uno svuotava la tanica nel serbatoio vediamo che si ferma una pattuglia con due policemans, all'inizio paura ma dopo capiamo che sono civili e simpatici e finiamo facendoci delle foto con loro e allunghiamo la sosta un tantino.

Si decide di ripartire mentre il turbo scatta delle foto ma una volta sulla vespa vedo che pedala come un dannato e la vespa non parte, siccome ero l'ultimo decido di aspettare il turbo, guardo avanti il gruppo che ancora non ha girato la curva in fondo e vedo il fanmuver ancora fermo dove si era fermato, a questo punto il cilindro della turbovespa è ingolfato come la sala da ballo del titanic e decido di spingere a mano il turbo che dopo borbottare per centinaia di metri si riaccende finalmente, torno di corsa verso la mia vespa-la accendo-riparto-GUARDA AVANTI E NON VEDO PIU NE IL GRUPPO NE IL FANMUVER. Facciamo a manetta tutto il rettilineo, la curva dov'era fermo il fanmuver, ancora un pezzo di strada dritta, due curve e arriviamo a un incrocio con 4(quttro) semafori, 3 strade allo stesso livello e due sopraelevate, ah! e nemmeno un cartello.

"Turbo, siamo nella merda" dico io e il turbo conferma muovendo la testa dentro al casco nero.

Ricordo quel momento e non lo scorderà mai, in due secondi ho fatto una scansione di me stesso, pensando a passaporto-biglietto per il rientro-abbastanza soldi per tornare a S.Francisco-ecc, ecc, essere in gruppo e perderlo in un istante è una cosa bruttissima, credetemi!

Ci femiamo al distributore, vado dentro e cerco inutilmente cartine della zona ma c'è un mobile con infinite quantità di cartine , certo! è impossibile avere UNA cartina degli stati uniti, ci vorrebbe un lenzuolo. Grazie al Turbo troviamo la nostra, sapevo che bisognava andare verso Twentyninepalms e dopo averla cercato parecchio sulla cartina decidiamo di partire in quella direzione, ma abbiamo imboccato una strada dritta, che si vede sulla cartina e siamo finiti sulla autostrada verso Lancaster, a questo punto il turbo è in contatto telefonico con il kapo che ci dice di andare a Palmdale dove finalmente ci siamo ritrovati tutti.

Una maledetta combinazione di fatti ci ha fatto perdere il gruppo, ma finalmente eravamo tutti insieme e dopo aver pranzato siamo ripartiti verso i parco dello Joshua dove abbiamo fatto campeggio, un posto favoloso e magico.

Chè caghetto!!!

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Il risveglio in mezzo al parco dello Joshua è stato magico, sembrava di essere nel film dei flinstones, appena partiti il turbo accusa problemi al serraggio del dado tamburo posteriore e carichiamo la bestiaccia sul fanmuver ma dopo la sistemerà durante una sosta.

Quello di oggi è vero deserto, drittoni infiniti sotto il sole e pianure con le crepe quasi senza vegetazione.

Come se questa desolazione non bastasse, per la pausa pranzo ci spostiamo lungo una strada sterrata per un paio di km, il Turbo e Plipla forano e Jonathan accusa problemi elettrici ma ripartiamo.

Arriviamo in serata a Bullheadcity, immaginate di essere al buio su strade di collina e tutto in un botto vedere una città dall'alto, senza nessuna periferìa, tutta lì, illuminatissima. Sono in pensiero perchè in riserva da piu di venti km, infatti appena fermi apro il tappo e ormai l'ultima goccia era già nel tubo, panico. Ma il bello viene dopo quando ripartiamo verso l'albergo, mi metto in mezzo alla strada per fermare le macchine e fare uscire il fanmuver dal parcheggio e finita l'operazione il suono inconfondibile della sirena poliziesca si avvicina in mezzo a mille flash di abbaglianti e lampeggianti, non vedo se sono una o due pattuglie perchè mi abbagliano in faccia con un fanalone manuale, sento qualcosa dal parlante e resto inmobile sulla vespa, molto lentamente spingo giù il cavalletto e mollo il manubrio per alzare le mani mentre vedo il gianka che anche lui abbagliato è bianco in faccia. Mi vedo già in galera.

Non parlo inglese ma capisco che mi chiedono i documenti, e che mi danno dei nomi per aver fermato le macchine, mi scuso metà in italiano e in spagnoli e in piu faccio dei segni con le mani ma cerco di parlar poco perchè mi trema la voce, finalmente abbiamo rimediato con le dovute scuse, senza multa ne galera, ma le mie mutande ormai erano da cambiare. Torniamo dal gruppo che era a 100 metri a guardare e ridere di noi, maledetti raiders, ridiamo anche noi, ...grazie a Dio.

Cena libera, federico resta a dormire in camera, noi con il cicalone e devils prendiamo pane e salume e ci sediamo a mangiare panini sulla sacala di servizio di un albergo cinque stelle.

Dopo cena torniamo al nostro albergo e andiamo a letto sognando la 66 che ci aspetta per domani.

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Partiamo la mattina dopo aver dormito bene in albergo, la giornata è stupenda. La sera prima c'era Andrea che ha dovuto fare un intervento in notturna sulla vespa e adesso sembra che vada tutto bene! Oggi metteremo le nostre ruote da 10' sulla mitica route 66 e siamo tutti emozionati per la curiosità.

Appena partiti troviamo il posto dove abbiamo fatto questa foto di gruppo, una specie di museo fatto sul vecchio distributore. All'interno c'era uno store dove si potevano comprare i gadgets ed era tutto allestito in tema mentre fuori si trovavano pezzi di storia buttati lì a marcire sotto il sole.

Fatta la foto, mentre stavamo partendo ecco che arriva maurapapà che era andato a Las Vegas a prendere la moglie, si fermano a vedere anche loro il museo e dopo ci raggiungeranno piu avanti.

Il baffo dimentica di mettere l'olio nel miscelatore e grippa, rallentiamo e mauro ci raggiunge, ora siamo al completo.

Strada molto bella e panoramica anche se soltanto vediamo dei grandissimi camion, motrici lunghissime con rimorchi enormi, quando ti sorpassano fanno impressione le ruote giganti, il devils si diverte ad invitarli a suonare le loro trombe e loro rispondono.

Lateralmente a poche decine di metri si intravede un nastro di asfalto molto stretto parzialmente coperto dall'erba, forse si tratta del vecchio traciato della 66, non lo sò, ma quanto stretta era? Questo mi fà riflettere sulla storia e sui cambiamenti in generale, e come alla fine tutto diventa un commercio, come il mitico-museo-store di prima, poi ritorno da questa riflessione da "rettilineo" e mi accorgo che sono seduto sulla mia vespa italiana e che adesso sono negli states, con i miei amici raiders italiani e che forse l'unico vero mito su quella strada siamo noi e questo Raid.

Arriviamo in un paesino molto piccolo e ci fermiamo per la pausa pranzo, ci sono bancarelle che vendono vestiti usati, attrezzi, mobili, di tutto a molto buon mercato e dall'altra parte della strada un grosso store con zona scneneggiatura far-west per la gioia del turbo che scatta l'impossibile.

In serata arriviamo al Gran Canyon, ma di quella sera lì ricordo solo la bistecca di un kg mangiata in quel posto con i camerieri vestiti da caw-boys, perchè il canyon l'ho visto al mattino dopo. Ricordo anche che con i soliti compagni di stanza dopo aver fatto il solito briffing decidiamo di sfidare le condizioni meteorologiche scegliendo la modalità campeggio, siamo in quota e di notte scende sottozero, infatti al mattino ci svegliamo con la tenda ghiacciata.

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Risulta molto difficile scegliere un giorno in particolare, la foto piu bella, il posto piu caratteristico, ma se guardate lÔÇÖimmagine qui sopra capirete che la tappa di oggi ha colpito il Kapo che ha deciso di mettere una delle foto come simbolo del Raid. Oggi partiamo dal Grand Canyon per andare nella Monument Valley con la vespa, chè programmone!

Faccio fatica a dire qualcosa riguardo il Grand Canyon, da dove siamo partiti stamattina, è un posto incredibilmente magico, è comprensibile che le antiche civilizzazioni lo consideravano surreale, non è facile credere che quello sia un fenomeno naturale, un ÔÇ£bucoÔÇØ incredibile.

Ci mettiamo mezza giornata a lasciare questi panorami, costeggiamo il canyon per parecchi chilometri, è veramente gigantesco. Siamo in quota ma iniziamo a scendere molto lievemente attraversando una zona piena di baracche alcune delle quali sono aperte nel senso che sono dei piccoli negozi dove gli indiani del posto si mettono a vendere dei manufatti che loro stesso producono. Ci fermiamo a fare la spesa per il pranzo in un supermarket lungo la strada, un vero oasi in mezzo al nulla, facciamo benzina e riempiamo le taniche, incuriosito vado dentro e vedo che vendono di tutto, alimenti per gli animali, articoli farmaceutici, attrezzi per agricoltura, e mi colpisce il reparto dei dolci, è grandissimo! Poi vedo che cÔÇÖè pieno di bambini, che quasi tutte le persone che girano dentro ne ha minimo uno per mano. Compro un sacchetto di semi di girasole e un paio di chupachups che mi colpiscono perchè sono quadrati, cioè cubiformi, pazzesco.

Nel pomeriggio il viaggio prosegue e arriva uno dei momenti che ricordo molto bene, un incrocio e noi dobbiamo girare a sinistra, la strada sale leggermente per un paio di km e arrivati in cima al dosso vediamo in lontananza i picchi piu alti della valle dei monumenti, un paesaggio incredibile. Da quel momento passeranno non meno di trè ore di viaggio prima di arrivare proprio sotto i monumenti, e li vediamo sempre piu da vicino e da diversi scorci, provate ad immaginare.

Arrivati facciamo subito le foto di gruppo perchè il sole stà scendendo, i fotografi si mettono sul tetto del camper, il turbo fa ombra e dopo due inutili tentativi di avvertimento si sente una bestemmia del gianka che ancora oggi starà girando in mezzo alla valle. Finite le foto molti di noi facciamo un giretto in mezzo alla polvere rossa delle stradine, montiamo il campo e facciamo grigliata, ci godiamo il tramonto fino allÔÇÖultimo e dopo cena facciamo tardi, nel silenzio infinito si sente solo il generatore del fanmuver e le battute dei raiders, qualcuno dei vicini si lamenta per il rumore che stanno facendo questi italiani per fare un po di luce con il generatore e scatta la battuta del devils: ÔÇ£allora spegniamolo e accendiamo le vespe..ÔÇØ

Mettermi dentro alla tenda in questo posto mi sembrava una mancanza di rispetto, il clima è caldo e secco quindi decido di gonfiare il materassino e metterlo sopra un tavolo, chiudo il sacco a pelo e faccio fatica a prendere il sonno pensando allÔÇÖalba che mi aspetta.

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Come avevo immaginato, lÔÇÖalba sulla valle dei monumenti è stata meravigliosa e incredibile, ed è piuÔÇÖ incredibile che in un posto così sperduto esistano dei sevizi full, per fare la doccia calda con i gettoni. Smontiamo il campo e con malincuore lasciamo questo scenario. Pensavo di aver raggiunto il top, di essere arrivati al punto piuÔÇÖ alto tra i posti belli, perchè quando sei lì ti sembra che non esista niente altro. Questo non è vero, la strada di oggi è bellissima e molto variata, ogni venti minuti cambiano i colori e facciamo anche un passo altissimo su sterrato.

Ricordo la pausa pranzo in un distributore con ristorante, ovviamente panini surgelati scaldati nel microonde, il contorno era una roba strana in un barattolo di plastica, una roba marrone e dolciastra che il kapo mangiava con il pane, piaceva solo a lui. Una volta svuotato il frigorifero siamo partiti.

Altra sosta benzina e decidiamo di fermarci per aspettare il resto del gruppo che era rimasto dietro, facciamo due foto con un harleysta in moto, con moglie al seguito in furgone con suÔÇÖ unÔÇÖaltra harley, tutti e due personalizzati$$$ime. Roba da film.

Ripartiamo, nel tardopomeriggio Andrea spacca il motore violentamente e viene caricato sul fanmuver. Troviamo una lepre che sicuramente ha preso una macchinata, la lasciamo stare ma dopo ci pentiremo sentendo il baffo elencare tutte le eventuali ricette che ci sarebbero state.

Arriviamo a Scalante in serata, ci sistemiamo in due alberghi diversi e decidiamo di mangiare una pizza in compagnìa e dopo andiamo a dormire. Ma cÔÇÖè qualcuno che lavora accanto al motoreÔǪ

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Bravo Daniel!

Dimentichi però che in questo giorno quì abbiamo rischiato di restare fermi in mezzo al nulla, perchè Jonathan era convinto che ci fosse un distributore più avanti emi ha caldamente consigliato di non fare benzina a Mexican Hat, giusto per portarsi avanti e avere più carburante possibile per il lungo pezzo che ci aspettava.

Una tanica da 20 litri ci ha salvati, quella che abbiamo cacciato dentro il FunMover. Alla stazione della pappa dolciastra ci siamo arrivati con i vapori!

Ricordo inoltre un altro scorcio mozzafiato: la risalita dei tornati sterrati. In cima si vedeva tutta l'immensità degli spazi della Monument Valley. I colori verdi e rossi.

Incredibile.

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09-10-2004

Questa mattina scopro che ho perso il sacco a pelo e la mattina presto faccio un giro in paese alla ricerca di uno nuovo, Escalante è una cittadina abbastanza attrezzata come negozi di sport e tempo libero, dallÔÇÖaria montanara, per il periodo invernale.

Mentre il gruppo si appronta a partire guardo il pistone di Andrea, che manca di qualche pezzo, mai visto prima una cosa del genere. Dove ieri sera abbiamo mangiato la pizza cÔÇÖè un internet point tutto per noi, guardiamo il forum di vespaonline e salutiamo tutti.

Partiamo e arriviamo al Brice Canyon per ora di pranzo, è una splendida giornata di sole e siamo sul punto panoramico del parco naturale, mangiamo guardando il paesaggio. L'organizzazione nel fare da mangiare ai piedi del funmover è impressionante, ormai abbiamo imparato.

La strada del pomeriggio è lunghissima, una tappa durissima perchè ricordo che i motori lottavano contro lÔÇÖaltitudine. In serata arriviamo a un distributore della Texaco per i rifornimenti e scopriamo che dietro cÔÇÖè un megastore di prodotti tipici. Facciamo un giro e decidiamo di fermarci a dormire un km prima in un motel con giardino dove chi vuole può montare la tenda. Improvvisiamo un tavolone lungo per tutti recuperando iN giro assi e cavalletti e mangiamo pasta allÔÇÖitaliana fatta dal baffone e carne alla griglia. Dopo cena facciamo baracca fino a tardi.

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10-10-2004

Questa mattina il tempo è brutto, lÔÇÖarrivo della pioggia si avverte guardando i cielo carico di nuvole.

Ci diamo appuntamento nel distributore di ieri sera, per fare un giro allÔÇÖinterno dello store che è veramente interessante per la quantità di roba e per i prezzi non esagerati. Si chiama whitemountaintradingpost e ha pure la pagina web.

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Faccio un giro dentro e rimango stupito, compro la stella da sheriffo e il capello da caw-boy in pelle.

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Finita la pausa spese ci vestiamo per partire, mettiamo lÔÇÖantipioggia perchè ormai stà piovendo.

Durante la mattina piove leggermente, sentire il rumore della pioggia mi fa capire che non stò vivendo un sogno, viaggiare sotto la pioggia mi avvicina alla realtà e mi alza lÔÇÖanimo, incredibile.

Una volta usciti dal parco dello Zion smette di piovere e ritroviamo il caldo, lÔÇÖaria diventa sempre piu pesante.

Facciamo la pausa pranzo ancora con la cucina propria e ripartiamo sotto un sole incredibile.

In programma cÔÇÖè lÔÇÖarrivo a Las Vegas ma non si vede niente, sempre deserto.

Al pomeriggio raggiungiamo la città, arriviamo con il sole e devo dire che di giorno non è lo stesso che di notte anche se si può intuire che questa sera sarà uno spettacolo. Troviamo un cameggio in mezzo alla città, ma piu che campeggio è un parcheggio per i camper con servizi proprio davanti al nevada circus, una figata. Dopo aver parcheggiato il funmover troviamo un albergo per noi, pochi isolati piu verso il centro e ci sistemiamo per il pernottamento.

Abbiamo girato la città di sera, è stato meraviglioso guidare in mezzo alle limousine, sotto le palme del vialone illuminato a giorno. Eravamo a Las Vegas, in vespa!

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11-10-2004

Abbiamo lÔÇÖappuntamento nel parcheggio dove si trova il funmover, aspettiamo che arrivi Jonathan che era andato a prendere la moglie,oggi è il compleanno e Luca ha preparato una targa ricordo per lui che è stato di aiuto nella fase di organizzazione del Raid.

Vado al bar per la colazione self e dopo faccio un giro nel negozio di souvenir mentre finisce il ciclo di lavaggio dei vestiti, che il Kapo mi ha fatto avviare perchè non ci capivo una mazza. Compro un coltellino multiuso con la scritta del koa circus circus che ancora oggi porto in tasca, 2,50 dollari, ho aperto bottiglie di vino tagliato e svitato di tutto, ed è sempre lì, pronto all'uso.

Adesso no ricordo se il turbo aveva già la vespa caricata o la caricherà appena dopo la partenza, il fatto è che ieri sera ha consumato il nottolino spingidisco della frizione sgasando nei semafori di Las Vegas. Anche Luca poco dopo la partenza si ferma repentinamente in una salita a rimettere la candela che si era svitata dalla testa.

Durante la mattina vediamo sulla nostra destra dei nuvoloni neri che stanno scaricando alla grande, ma da noi niente, solo sentiamo il profuno della pioggia che ci porta il vento.

Arriviamo alla sosta benzina e decidiamo di fare spesa per il pranzo visto che cÔÇÖè un supermercato, dopo decidiamo di parcheggiare dietro e fermarci subito. Il baffone prepara panini con dentro una specie di frittata, sono veramente buoni, ormai stiamo raggiungendo i livelli piu alti della cucina all'americana. Mentre stiamo mangiando il turbo smonta la frizione, e come da manuale si mette a diluviare, apriamo il semicoperto laterale del funmover e ci copriamo dalla pioggia.

Passato il temporale ripartiamo e durante tutto il pomeriggio il tempo è buono, facciamo un passo dove troviamo un forte vento e pochissime macchine, solo noi.

La meta della gironata è la Valle dell Morte, arriviamo in serata ma prima ci fermiamo a Rayolite che è una città fantasma rimasta abbandonata dopo la partenza dei minatori che ci abitavano, un posto magico.

La Valle della Morte è una grande depressione, si trova sotto il livello del mare di quasi 100 metri, la vegetazione diminuisce con il passare dei km fino a scomparire completamente. La vespa in queste condizioni và come un missile, siamo in leggera discesa e con un filo di gas si raggiungono i 100 in un battere dÔÇÖocchio. Arriviamo al comapeggio sul parco naturale e montiamo il campo, è attrezzatissimo e cÔÇÖè un clima caldo e secco come pochi. Anche se il sole non cÔÇÖè piu appendo i vestiti ancora umidi da stamattina sotto i cespugli e dopo unÔÇÖora sono già secchi.

Dopo cena facciamo baracca, prima di andare in tenda decido di cambiare il copertone sul posteriore ormai consumato, faccio due conti sulla strada fatta e su quella ancora da fare, manca poco alla fine, peccato!

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12-10-2004

Oggi appena ci alziamo prendiamo una multa nel campeggio della Death Valley. Facciamo una sosta veloce a Bad Water per fare due foto, e poi partiamo.

Ci aspetta una lunga giornata, dobbiamo finire lÔÇÖattraversata della valle della morte e così abbandonare tutte le zone desertiche, il Raid stà finendo e stiamo puntando di nuovo verso la California.

La pausa pranzo si svolge presso un distributore in un paesino di campagna, pranziamo con calma, prendiamo il caffè e ripartiamo.

Le strade ritornano a essere molto veloci ed il traffico aumenta. Il turbo accusa segni di stanchezza e si rivolge al kapo per farsi dare un sonnifero, sembra strano ma è così!

Arriviamo a Kernville, un paesino vicino ad un lago, dove troviamo un albergo molto carino, tutte le camere hanno un terrazzo fuori e possiamo usufruire del giardino attrezzato con griglia. Prepariamo la cena, e mangiamo sotto le stelle.

Ci sono tutti meno il turbo che è andato a dormire vestito e senza nemmeno togliersi gli occhiali.

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13-10-2004

Ci alziamo presto e sistemiamo la roba nel camper, abbiamo dormito bene in albergo e siamo pronti per la penultima tappa, la fine del Raid è sempre piuÔÇÖ vicina. Dovremo andare sul Parco del Sequoia che è molto in quota, e lo faremo in modo molto sportivo, ricordo gare allÔÇÖultima staccata prima con Plipla e dopo con il Turbo, devo dire che la strada verso il Sequoia ne valeva la pena!

Oggi succederà un poÔÇÖ di tutto, federico(senzabenza) farà un dritto per fortuna senza conseguenze. AllÔÇÖinizio stiamo percorrendo stradine sinuose di collina, le piuÔÇÖ vicine alla tipologia di strade che abbiamo in italia, forse abbiamo perso lÔÇÖabitudine? Il kapo troverà dello sporco in curva e dovrà anche lui andare dritto e rischiare(per poco) di scendere per una scarpata. Se la caverà solo con un poÔÇÖ di polvere adosso e due kg di terra sulla pedana, ÔǪoltre allo spaghetto! Poi in serata il testecromate perderà la telecamera seminando pezzi lungo la strada. Arriveremo a Fresno molto tardi, qualcuno che adesso no ricordo subirà una foratura. La cena sarà presso un distributore a destra, attrezzato per il dinner, ancora panini al microonde, molto freddo e una porta automatica a scomparsa!

Ma il momento che ricordo di quel giorno come se adesso fossi là è verso mezzogiorno quando siamo arrivati davanti a quel saloon sperduto in mezzo alla campagna(vedi foto sopra), ero il secondo o terzo della colonna, bivio, mi fermo per fare la staffetta, passano due o trè minuti e non arriva nessuno, mi chiedo se sarà chiuso(sono senza sigarette), poi lascio la vespa parcheggiata in direzione giusta nel senso della strada a seguire e vedo verso il saloon, tasto la maniglia della porta a sxÔǪ, è aperto. Dentro cÔÇÖè un salone normalissimo intonacato per bene con una signora, chiedo delle sigarette e mi fà segni di andare sulla porta di destra. Dentro cÔÇÖè buio e sono abbagliato perchè fuori cÔÇÖera il sole ma sento odore di bar. Chè posto! Pavimento muri e soffitto di legno, bancone lungo e largo, giusto 4 tavolini e sedie, un giradischi a gettoni di quelli dÔÇÖepoca. CÔÇÖè una ragazza bionda e bassa che mi risponde quasi in spagnolo che ha solo i pacchetti di marlboro da 25, va bene dico io, insieme alle sigarette mi dà una confezione da fiammiferi a strappo(loro sono abituati).Appena mi siedo al bancone mi sento molto bene e al mio agio in quel posto, cÔÇÖè fresco e ho un poÔÇÖ di strada adosso, ordino una birra piccola, penso di fare presto a finirla per poi tornare fuori. Apro il pacchettone con i denti per tirar fuori una sigaretta e la accendo con un fiammifero, guardo la ragazza mentre tira fuori dal freezer un boccale di birra vuoto ghiacciato e lo riempe di birra alla spina. Metto la mano in tasca e tiro fuori una banconota da 5 dollari stropicciata per pagare. In quel momento mi sento piuÔÇÖ americano di John Wayne, seduto sul bancone mi guardo in giro e ancora non ci credo che quel posto sìa vero, un sogno. Nel frattempo arrivano il gianka e Daniele che erano dietro di me nella colonna, anche loro si siedono e prendono una birra. Poi entra Luka che era tornato in dietro perchè la strada da fare non era quella, e mi dice ÔÇ£ÔǪbeh, adesso ci tocca bere una birretta..ÔÇØ Poi uno ad uno arrivano tutti gli altri, beviamo, facciamo tante foto, il gianka mette della musica country nel giradischi e si fà una foto con il sceriffo(quello vero) che ara appena entrato e non capiva il festone.

Alla fine e dopo il consentimento dei gestori del locale(madre e figlia di origine messicana) decidiamo di mangiare nella saletta accanto il pasto fatto dal baffone prendendo le bevande al bar, sempre là dai boccali ghiacciati!

Finito il pranzo al momento del dolce i raiders mi sorprendono festeggiando il mio compleanno, uno dei piuÔÇÖ belli che ricorderò per sempre.

Grazie a tutti!

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Che belle foto! Mi pare di esserci qua e la'. E per avere le foto dell' america , per esempio, come si fa?

ciao

Mauro

C'è la gallerìa completa su www.vespaonline.it/america

Ho anche il turboCD con tutte le sue foto, posso spedirtelo

o mandartelo con uno dei miei colleghi che fino a lunedì 17

saranno al saie2, fammi sapere!

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14-10-2004

Oggi ci aspetta lÔÇÖultima tappa del Raid, il ritorno a San Francisco. Partiamo da Fresno e ricordo un viaggio per strade molto trafficate, in zone non affollate ma popolate abbastanza. La colonna dei vespisti ha dovuto attraversare zone urbane quindi ogni 100 metri cÔÇÖera uno svincolo e una staffetta doveva fermarsi ad aspettare il funmover, tutti hanno dovuto farlo almeno una volta, e nessuno si è perso! La sosta pranzo la facciamo presso un grosso supermercato con area self per il fast-food, piuÔÇÖ fast che food. Dobbiamo fare in fretta e questa è lÔÇÖunica soluzione possibile.

Le zone urbane che precedono lÔÇÖarrivo a San Francisco sono bellissime, con moltissima vegetazione e ordinate a livello di transito. Ricordo Danville, un bellissimo quartiere dove ci aspettavano per salutarci un paio di lambrettisti che sapevano che saremmo passati.

LÔÇÖinconfondibile paesaggio della grande baia è ormai visibile, decidiamo di fare una sosta per caricare le batterie delle telecamere e fotocamere che dovranno registrare il rientro. Al momento di ripartire manca un raider allÔÇÖappello, il baffone, che aspettiamo 5 minuti, ma siamo costretti a ripartire perchè il sole cala sempre di piu.

Attraversiamo il ponte che da Oakland porta in una zona panoramica per farci la foto di gruppo che vedete sopra. Finite le foto ci diamo appuntamento al Clarion Hotel e accompagno Luka che aveva detto a Elena che sarebbe venuto a recuperare la coppia fiorentina una volta che il gruppo fosse a S.francisco, quindi rifacciamo il ponte in senso contrario e raggiungiamo il punto memorizzato sul gps del kapo, ma loro non ci sono. Tempo di fumare una sigaretta e ripartiamo verso il Clarion con lÔÇÖillusione che anche loro ci fossero insieme al gruppo, arrivati al parcheggio dellÔÇÖhotel ci accorgiamo che sono già partiti, non vediamo le vespe.

Luka sapeva che Jonathan aveva organizzato una serata nella sede del SFMotorClub quindi decidiamo di telefonare qualcuno dei raiders ma il telefono di Luka è scarico e io non ce lÔÇÖho, andiamo al distributore a fare il pieno e cerchiamo di telefonare da una cabina cosa che ci risulta impossibile. Si stà facendo tardi e decidiamo di partire verso il SFMC di cui non si sà il giusto indirizzo, lo chiediamo a un taxista di colore che si era fermato al distributore e dopo informarsi con la centralinista ci dice il quartiere dove dobbiamo andare.

Partiamo, attraversiamo S.Francisco sulla 101 a manetta fino allÔÇÖuscita dove cominciamo a chiedere dove si trova sto benedetto motor club, ricordo che siamo entrati in un pub di periferia, eravamo con il casco, giubbotto in pelle ed io con la stella da sceriffo. Quando il barista ci ha visto entrare ha spento la musica e tutti si sono alzati! Ma nessuno sapeva darci indicazioni, e dopo girare a vuoto per piuÔÇÖ di unÔÇÖora siamo arrivati ma, delle vespe e dei raiders neanche le tracce. Entriamo e troviamo Casey, il presidente, ci dice che sono passati e che dopo aver mangiato sono tornati in albergo, mezzÔÇÖora fa. Ci sediamo, beviamo due birrette, sono ore che giriamo a vuoto come un cane che cerca di mordersi la coda.

Finalmente partiamo veso lÔÇÖhotel, siamo stanchi e abbiamo fame ma non troviamo meglio e ci fermiamo al king-burger, di turno, uno entra e lÔÇÖaltro tiene un occhio sulle vespe per via delle radio, non ci fidiamo per entrare e mangiamo seduti sul cordolo del marciapiede sotto lo sguardo fisso dei barboni che due metri piu in là guardano ogni patatina che mettiamo in boccaÔǪ

Decidiamo di rientrare in albergo anche noi, siamo stanchissimi e le tensioni di questi imprevisti hanno consumato le ultime energie che avevamo. Brutti momenti, incertezze, dubbi, paure, mille supposizioni, malintesi, cose che vorrei scordare ma non posso. Ma ricordo anche cose belle di quella sera, lÔÇÖarrivo in città e le corse di sera in scia sulla mitica 101, cose che non ti capitano tutti i giorni.

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15-10-2004

La giornata di oggi la passeremo a girare per la città, al mattino andremo allo stabilimento della TIMBUK2, lo sponsor americano, abbiamo girato il laboratorio dove fanno le borse. CÔÇÖè una bellissima foto di gruppo davanti alla loro sede che usano tuttora come sfondo della homepage. Abbiamo fatto anche le foto di gruppo sotto il Golden Gate, anche se cÔÇÖera una nebbia pazzesca. Ricordo il rumore degli uccelli e le trombe del ponte che suonano incessantemente.

A mezzogiorno abbiamo mangiato sul lungomare, e dopo siamo andati nel microcentro a girare le gallerie e i megashopping fino alle sette, avevamo appuntamento con Jonathan, ci doveva portare a mangiare in un bel locale tipo pub con biliardi, dove ci hanno offerto la pizza.

La serata finisce nella disco DNA, dove ci siamo divertiti, il Turbo e Andrea erano scatenatissimi anche se non avevano bevuto una goccia di alcol. Ricordo che siamo andati a dormire tardissimo, era lÔÇÖultima notte a San Francisco e non volevamo che finisca mai.

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