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Forza ragazzi e sempre avanti,ciao Flavio._smile_

_ok_

Grandi complimenti a questi ragazzi che adesso sono nella mitica SAMARCANDA in Uzbekistan!!

Oggi abbiamo passato tutto il giorno a Samarcanda e ne abbiamo approfittato per sistemare un poÔÇÖ le vespe e per riposarci un poÔÇÖ. Purtroppo abbiamo scoperto solo oggi che ci sono dei cambiamenti nella cittaÔÇÖ infatti lÔÇÖattuale governo ha deciso da qualche mese di restaurarla interamente e cosiÔÇÖ non ci sono negozi aperti e non siamo riusciti a vedere la vera vita di Samarcanda, e questo eÔÇÖ un vero peccato! La vita irrefrenabile di samarcanda che dura da 6 millenni va in ferie per ristrutturazione quando passiamo noi!!! Dato che non possiamo perderci nella vita uzbeka decidiamo di sistemare le marmitte che da tempo non vanno bene e dopo vari tentativi riusciamo a trovare un tipo che aveva una fiamma ossidrica che ha tagliato/squartato le marmitte delle vespe di Tano, Andrea e Umbe. Siamo arrivati in un garage tagliato a metaÔÇÖ con una buca profonda e lunga 2 metri, tutti gli attrezzi erano per terra senza un ordine e quando gli abbiamo spiegato che cosa dovevamo fare il tipo ha capito subito e si eÔÇÖ messo allÔÇÖopera. Ha cominciato a tagliare le marmitte per traverso e poi ha usato del carburo per fare delle esplosioni allÔÇÖinterno e questo ha provocato lo stupore di tutti! Le marmitte prendevano fuoco e di tanto in tanto scoppiavano ma il tutto sembrava essere totalmente normale per lui e alla fine anche noi eravamo contenti percheÔÇÖ siamo tornati a casa con il risultato che volevamo. Le vespe sembrano andare molto meglio per cui domani via verso la frontiera con il Kazakistan!!!!!!!! Stasera cenetta tra di noi in un buon ristorante con cucina uzbeca e russa. Riposati e con la pancia piena ce ne andiamo a letto felici e carichi per domani!

_smile_

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Immagini Pubblicate

Complimenti!!!

Questa foto è da fantascienza!! _haha_

_ok_

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e questa è la storia di questa foto:

Giorno 42 - Merke

Dopo il fantastico risveglio all'Hotel Shimkent e la splendida colazione

che ci dovrà bastare fino a stasera partiamo belli riposati verso...il

più lontano possibile. Abbiamo attraversato un bel pò di paesaggi

differenti ma quello che c'è di più bello è che dovendo noi andare verso

est costeggiamo tutto il confine del Kirgistan che ci guarda con le sue

immense montagne che con le nostre povere vespette non saremmo mai

riusciti a valicare. La decisione del non fare il Kirgistan è stata

presa a malincuore ma solo ieri ci siamo resi conto che non avevamo

altra scelta perchè il nostro visto per il Kazakistan scade il 9

settembre e quindi ci saremmo trovati in grossi guai perchè il tempo a

nostra disposizione non è molto e quindi non ci resta che consolarci con

questo.

Verso l'ora di pranzo eravamo a Taraz, una cittadina di modeste

dimensioni sulla strada tra Shimkent e Almaty, un panino al volo e

ancora in strada. Più ci allontaniamo dalla città più ci rendiamo conto

che il paesaggio cambia e così cominciamo a percorrere la parte

meridionale del deserto del Betpack - Dala. Alla nostra destra il

Kirgistan con le sue vette che si perdono nelle nuvole e si sfumano nei

temporali che per fortuna sono abbastanza lontani da noi, a sinistra una

distesa di terra infinita dove non si vedono altro che i giochi delle

ombre del sole e delle nuvole, greggi di pecore, mandrie di mucche e

tori e fantstici cavalli che lasciati a loro stessi vagano per queste

terre e ci lasciano a bocca aperta. Qua è il regno dei cavalli, ce ne

sono tantissimi e stanno in gruppi numerosi in mezzo ai campi e sui

cigli delle strade. Il paesaggio ha dei colori mai visti, il cielo è di

un azzurro unico e il giallo dei campi deserti è qualcosa di magnifico.

Verso sera in un paese non sappiamo dove siamo colpiti da due cammelli

che gironzolano in un campo. Ci avviciniamo con le vespe e vediamo che

sono mamma e figlio. Umbe parcheggia la vespa e la cammella si agita per

la nostra presenza e va vicino alla vespa facendoci allontanare perchè

non sappiamo la reazione dell'animale visto che forse come ogni madre

aveva paura per il piccolo, questo però senza alcun timore si avvicina

alla vespa e comincia a mangiare la leva della frizione della vespa

scalando le marce, morsicava lo specchietto e si grattava la schiena al

parafango rischiando di far cadere tutto. Il padrone dei cammelli è

arrivato poco dopo e molto tranquillamente ha fatto mettere a sedere la

cammella e ha invitato in stile kazako uno di noi a salire e ovviamente

Umbe si è subito fatto avanti. Non ci saremo mai aspettati di trovare i

cammelli in Kazakistan!

Stasera dopo aver fatto 330km ci siamo fermati in questa piccola

cittadina chiamata Merkel dove probabilmente c'è solo un unico albergo

dove ovviamente resteremo stasera. Sono tutti molto gentili con noi e

l'umorismo ai kazaki davvero non manca; domani è festa nazionale per

l'anniversario della Costituzione il che significa una serata pesante

per gli Italian Wheels!!!

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comincio a portarmi avanti col lavoro arretrato causa pausa estiva: ecco il racconto giunti in centrale il 16 agosto riferito al 28°e 29°giorno di viaggio:

28°Giorno - Zirab

E' purtroppo giunta l'ora di salutare la fantastica città di Tehran, ma

ce la prendiamo con calma e ci perdiamo nel cercare di trovare la strada

che porta verso nord, ma ciò non è del tutto male perchè Stefano è

riuscito a farsi regalare un piccolo tappeto persiano da un venditore

della periferia della città. La direzione è Babol una cittadina al nord

sulle rive del Mar Caspio dove ci aspetta un amica iraniana di Cate che

ci ha già prenotato un albergo e ci accoglierà con tutta la sua

famiglia; si parte, c'è il sole e le strade non sono così male, anche se

le montagne che separano la capitale dal mare hanno vette considerevoli.

Shima, l'amica di Cate, si era tanto raccomandata di partire presto e di

non fare una delle tre strade che vanno al nord perchè nel primo

pomeriggio l' avrebbero chiusa, così decidiamo di farne un'altra ma non

c'è da stupirsi se oggi la polizia di Tehran ha deciso di chiudere anche

quella strada!!! Così demoralizzati cominciamo a tornare indietro e con

l'aiuto di alcuni automobilisti riusciamo a trovare una sorta di

bretella che ci collega ad un'altra grande strada e così cominciamo ad

accelerare di nuovo. Riusciamo ad arrivare a 2000 metri con tanta fatica

perchè la vespa di Umbe proprio non va, se non in prima costante, e

tutti sono rallentati per doverlo aspettare. Improvvisamente qualche km

davanti a noi c'è un'immensa nuvola che si è come incastrata nella

montagna, fa freddo, tanto freddo e la strada va proprio a finire dentro

questa nuvola che non ci fa vedere nulla.Così fermi a guardarla da

lontano ci vestiamo e ci prepariamo al peggio, e così è stato. Siamo

entrati dentro la nuvola, e questo non ci era mai successo se non per

aria quando si è con l'aereo, non si vedeva nulla e c'erano delle gran

code perchè qua vanno di moda le macchine senza fanali e quindi anche

loro non vedevano nulla, ma accenderli non è nell'indole degli iraniani.

Gallerie, salite, camion che emanavano fumi spaventosi, code su code,

pioggia, freddo e.....rottura della frizione di Andrea fortunatamente

subito dopo l'uscita di una galleria. Ci fermiamo per sistemare e nel

buio cercavamo di fare segnali alle macchine perchè non ci investissero,

ma questi non erano altro che inviti a nozze per loro perchè non

facevano che fermarsi a guardare, qualcuno fermava la macchina e

scendeva per venire a vedere e per fare le solite critiche al lavoro

altrui e per mettere un pò le mani nella cassetta degli attrezzi facendo

innervosire Stefano, altri volevano sapere la nazionalità e c'è stato

anche chi ci ha domandato se venivamo dal Giappone scatenando la peggior

ira di Umberto che dato il taglio totale di barba, baffi e dei pochi

poveri capelli sembra ancora più cattivo di prima...

Ovviamente data l'ora, la pioggia e i km restanti non siamo arrivati a

Babol e l'amica di Cate era disperata perchè temeva che fosse morta e

che non l'avrebbe mai più rivista così ha pensato bene di lasciare 13

chiamate senza risposta facendo venire i crampi alla gamba di Tano per

il cel che suonava nella sua tasca. Ci siamo fermati in un paesino dove

c'era una sorta di sala per feste con delle stanze per dormire.

Decidiamo di restare ma, tanto perchè ce n'è sempre una, si stava

svolgendo un matrimonio che occupava 3 piani dell'immenso palazzo,

c'erano all'incirca 500 persone (probabilmente l'intero paese) e tutte

intorno a noi. Il proprietario non voleva che gli invitati ci vedessero

perchè eravamo peggio dei barboni così ci ha lasciati fuori sotto la

pioggia, ma le nostre vespe hanno catturato l'attenzione di tutti gli

uomini, così le donne arrabbiate hanno deciso che la festa era finita e

in poco tempo tutti se ne sono andati. Siamo riusciti dopo parecchi

tentativi a convincere il padrone a darci gli avanzi del matrimonio

tanto per non andare a letto senza cena, ma lui non era per nulla

contento, insomma ha capito che rischiava a quell'ora....ragazzi anche

per oggi ce la siamo cavata, ma che stanchezza!

In tutto questo però c'è da chiedersi una cosa: ma l'amica di Cate non

ce lo poteva dire che pioveva che avremmo fatto la fantastica strada a

sud che passa per il deserto?!?!? Mai pretendere troppo dalle donne...

29°Giorno - Gorgan

Come richiesto dal padrone del locale fuori dalla stanza alle 9 e

rigorasamente senza colazione, ma per fortuna lui non c'era e così

abbiamo convinto delle ragazze che pulivano le stanze sporche per la

festa della sera prima a farci colazione, che alla fine possiamo dire è

stata ottima. Si parte e Shima ancora terrorizzata chiama per sapere

dove siamo, così ci mettiamo d'accordo in base alla strada da noi

preventivata di vederci a Sari perchè ormai Babol è fuori strada. Nel

fermarci per mettere su i vestiti antipioggia, Andrea e Stefano sono

riusciti a parcheggiare in pendenza sul pantano e così le loro vespe

sono cadute per fortuna senza troppi danni evidenti. Decisi e belli

bardati siamo partiti e ci siamo accorti che eravamo a Sari solo quando

una macchina sperona Tano che inchioda rischiando di cadere e lì scatta

tutta l'Ira del Marineo Junior che comincia ad urlare in tutte le lingue

al tipo che guida la macchina e che lo guarda ridendo perchè da buon

iraniano avrà pensato che non c'è nulla di male a tagliare la strada!

Cate vede Shima, tano si calma.... in pratica Shima nel vederci ha

alzato le mani, il tipo in macchina ha pensato che lei avesse bisogno di

un passaggio e così ha deciso di sterzare senza pensare che poteva

ucciderci....ehhh si, gli iraniani si stanno rivelando anche peggio dei

turchi! Comunque la famiglia di Shima ci offre pranzo, chay, tantissima

frutta e biscotti che ci sono stati utili nel viaggio verso Gorgan dove

siamo fermati stasera. Stefano ha forato la ruota posteriore durante il

tragitto e non vedendolo più abbiamo deciso di fare qualche km in

contromano ( totalemente normale qua, state tranquilli)sulla tangenziale

che seguivamo quando Tano, Umbe e Cate si sono ricordati che c'era la

polizia e hanno preso un sottopassagio per il cambio del senso di

marcia, mentre Andrea che andava più veloce è stato fermato dai

poliziotti che lo hanno però aiutato ad andare dove eravamo noi senza

nemmeno accorgersi che era in contromano!!

La ricerca dell'albergo è stata come sempre esilarante infatti siamo

stati scortati/guidati dalla polizia per più di un ora perchè avevano

deciso che ci dovevano aiutare ma alla fine facevano più confusione che

se avessimo fatto da soli. In Iran non esitono discoteche, pub,

bar...nulla che sia aperto di sera, si va a letto al massimo alle 10 e

per strada non c'è più nessuno. L'albergo lascia a desiderare, ma qui se

ci mettiamo a desiderare non finiamo più, per cui non ci resta che dormire..

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30°giorno

30 giorno - Ashkhaneh

Dopo aver fatto una bella colazione in camera con i biscotti e la frutta

che ci aveva regalato la madre di Shima siamo scesi in strada in

direzione delle cascate di Shir Abad che avevamo scoperto la sera prima

dai quadri dell'orrido albergo in cui abbiamo dormito. Trovarle è stato

facile e tutti ci aspettavamo qualcosa di magnifico, i custodi del parco

ci hanno offerto l'entrata, il parcheggio in zona vip, e la guida che ci

ha portati in mezzo al bosco. Problema: sono 3 giorni che piove e il

terreno nel bosco era totalmente melmoso e mano a mano che salivamo più

il pantano aumentava e ci aggrapavamo dappertutto in quanto era

praticamente impossibile camminare. Le persone che scendevano sembravano

uscite dai fanghi che si fanno nelle spa e li sono cominciate le

preoccupazioni perchè il nostro bagaglio non è fornito di vestiti di

ricambio e fare 300 km con i fanghi secchi addosso non è piacevole. Il

bello è stato quando la nostra super guida, il Tarzan iraniano di Shir

Abad, ha tirato fuori una fune per scalare alcune parti della roccia

dove la melma non permetteva di camminare. Cate, Andrea e Stefano hanno

così immediatamente rinuciato a vedere le cascate e si sono accontentati

di un pisolino nella foresta sulla riva del fiume mentre Tano e Umbe

hanno deciso di andare e vi potete immaginare con che destrezza e

atleticità sono saliti con la fune per poi tornare dopo più di un ora,

dato che il nostro accompagnatore Tarzan arrivato alle cascate si è

immerso nell'acqua per pregare, totalmente ricoperti di fango dopo

alcune cadute e anche un pò delusi perchè come sempre quando le

aspettative sono alte ci si rimane sempre un pò male. Finalmente scesi

dalla foresta di melma, siamo stati costretti da alcune persone che si

trovavano li a bere chay e a pranzare ovviamente con spiedini di pollo e

focaccia. Sono le 3 e dobbiamo scappare. Rifornimento alla prima

stazione di benzina, Andrea è riuscito a far cadere la vespa per la 3┬░

volta e Umberto ha dato spettacolo spaventando una zingara che invocando

Allah gli faceva il gesto della morte con il dito sul collo in mezzo

alla pompa di benzina che qui in Iran è sempre piena di gente dato il

bassissimo costo di questa, immaginatevi cosa possano aver pensato tutte

le persone che erano li nel vedere Umbe in piedi sulla vespa, con gli

occhi fuori dalle orbite che chiamava Cristo e profetizzava la fine del

mondo. Ma sempre per rimanere sulla benzina al secondo pieno ci mettiamo

in formazione davantia alla pompa, Andrea e Ste mettono l'olio ma il

benzinaio prende la pompa e dice che la benzina è finita, bisogna

aspettare 2 ore. Erano le 20, il prossimo benzinaio a 50 km e la benzina

che abbiamo di scorta ha già l'olio dentro per cui se la mettiamo nel

serbatoio andiamo via con la miscela al 6%. Litighiamo con il benzinaio

che ci ride in faccia, andiamo dalla polizia ma non c'è nulla da fare

perchè fanno finta di non capire e così di pugno duro lasciamo le vespe

davanti alla pompa di benzina anche si ci viene chiesto più volte di

spostarle e andiamo al ristorante a mangiare. Qua spuntano 3

motociclisti che si presentano con un "Ciao ragazzi!" così capiamo che

sono italiani e cominciamo subito a scambiarci info sul viaggio e

soprattutto sulla Mongolia che loro hanno già fatto qualche anno fa.

Viaggiano con 3 spettacolari e organizzatissmi Tenerè, sono in gamba,

simpatici e ci fanno un bel pò di invidia.

Dopo una bella chiaccherata riusciamo finalmente a far benzina, ma

purrtroppo il nervosismo è alto per cui scoppia una super litigata con

il benzinaio che dopo lo scherzetto di 2 ore prima vuole più soldi di

quelli che dice la scritta sulla pompa, Stefano si fa avanti e glieli

butta in faccia mentre Umbe gli fa capire che lui è più matto e che deve

stare attento, sempre con lo sguardo cattivo e urlando "Serca de stare

bon che te coppo, te coppo, hai capito te coppooooo!!!!!!!!!!!!!!!",

fortuna che Tano non c'era sennò sarebbe intervenuto per difendere Umbe

e sarebbe scoppiata la rissa!

Anche oggi una lunga giornata.....domani però non vogliamo perdere tempo

e avvicinarci il più possibile al Turkmenistan e cercare di passare il

confine dopo domani.

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Modificato da Lorenzo205
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giorni 31┬░, 32┬░, 33°e 34┬░

31°Giorno - Bajgiran

Sveglia alle 7 ma non per partire, bensì perchè bisogna spostare le

vespe dal garage che nessuno sicuramente userà. Proviamo a chiedere

della colazione ma il padrone dell'orrido hotel ci ride in faccia e così

ce ne andiamo verso la prima città, di certo non delusi perchè anche se

fosse stata inclusa nel prezzo sicuramente non sarebbe stata niente di

più di un tè e e del pane senza niente sopra.

Siamo indecisi sul da farsi perchè in molti ci hanno detto che la

frontiera con il Turkmenistan prende molto tempo e noi abbiamo solo 5

giorni per uscire, infatti il nostro è un transit visa non un turistic

visa così se fossimo entrati oggi pomeriggio un giorno se ne andava

subito, così abbiamo deciso di fermarci nel primo paesino vicino alla

frontiera. Arriviamo sul tardi a Bajgiran perchè le montagne per

raggiungere questa cittadina di frontiera arrivano a 1900 m e stavolta

non la vespa di Umbe ma bensì quella di Andrea ha dato tantissimi

problemi. Le montagne sono spettacolari, non sono di roccia ma sembrano

fatte di terra e sabbia e in alcuni punti si vedono delle bellissime

case scavate nella pietra ormai abbandonate. Non ci sono nè persone nè

animali nè macchine nè camion, solo noi con le nostre vespe.

Meraviglioso! Arrivati in città ci colpiscono i bambini che giocano con

dei cerchi di ferro che fanno rotolare sulla strada guidandoli con un

bastoncino prorpio come si vede nei film in bianco e nero di una volta;

l'albergo non è un problema perchè ce n'è solo uno che sorprendentemente

è nuovo, bello e pieno di ragazzi camionisti di fede islamica, molto

gentili che ci hanno spiegato come la vita cambia in Turkmenistan e

quanto contenti sono loro di andare ogni volta visto che l'alcol e le

donne non sono un problema.

Volevamo a questo punto del viaggio ringraziare il Sig. Dawudi e

l'agenzia Adineh Travel per l'aiuto che ci ha dato nel prendere il visto

dell'Iran, un paese meraviglioso dove i problemi di cui si parla noi non

li abbiamo visti. Siamo tutti daccordo sul fatto che mai abbiamo

conosciuto una popolazione così gentile e disponibile verso il prossimo.

Siamo rimasti sorpresi ma la popolazione che pensavamo fosse più ostile,

vista anche la religione così onnipresente in tutta la loro vita e

totalmente opposta alla nostra, è stata quella che ci ha accolto meglio

e che ci ha fatto passare piacevolissimi momenti che saranno

indimenticabili.

A domani....dal TURKMENISTAN.

32 Giorno - Ashgabat

Signori e Signore siamo lieti di comunicarvi che siamo finalmente in

Turkmenistan.

La frontiera non è stata particolarmente difficile, anzi un polizziotto

giovane e mingherlino ci ha presi sotto la sua custodia e ci ha guidati

in tutte le pratiche che sono davvero infinite (siamo pieni di carte

timbrate 10 volte da 10 persone diverse, nemmno in Italia ci sono

procedure così lunghe!), ma non è sempre così purtroppo per cui ci

riteniamo fortunati!!!Passata la dogana siamo scesi giù per le montagne

fino a quando abbiamo trovato un gigantesco arco per l'entrata nella

città. Tanto per cominciare la città è molto strana, si vedono

moltissimi edifici di marmo bianco, alti, imponenti e con scintillanti

cupole quando celesti quando dorate...Wow. Mano a mano che scendiamo la

collina vediamo solamente edifici bianchi, fontane, cascate artificiali

che scendono da una piramide che probabilmente è un centro commerciale e

strade ordinate con pochi automobilisti molto disciplinati. Ashgabat è

chiamata la Las Vegas d'oriente e anche la città dell'amore; cominciò a

svilupparsi nel 19°secolo quando lo stato era sotto la dominazione

russa, ma nel 1948 ci fu un terromoto devastante che la rase al suolo e

morirono 110000 persone ma noi non venimmo a sapere grandi notizie

perchè il governo di Stalin era solito nascondere quello che succedeva

all'interno dei paesi sovietici. La città è quindi totalmente nuova ed è

stata costruita con i proventi del petrolio e del gas. Una turkmeno ci

ha detto che l'attuale presidente ha costruito questi splendidi palazzi

di appartamenti per consegnarli alle nuove coppie di sposi e per tutti

quelli che abitano in case povere. Il procedimento è semplice: il

President butta giù tutto quello che c'è di brutto e sistema in alloggi

momentanei le famiglie per poi farle tornare nelle nuove case, ad una

condizine però: le case devono essere tutte bianche. Tutto bianco e

perfetto da fuori, non importa molto come è dentro. Il President dà la

casa e passa anche tutte le spese delle bollette, ma secondo noi c'è

qualcosa sotto e purtroppo non possiamo andare più a fondo. La città è

presidiata dalla polizia che si trova in tutti gli angoli, non si può

fumare nelle strade ma solo nei bar o nei locali pubblici, il coprifuoco

è alle 23 e non è possibile fare foto ai monumenti. Ci sono solo statue

del President e sono tutte d'oro, ma ovviamente non si possono

fotografare.Il sig President inoltre ha avuto l'idea qualche anno fa di

cambiare i nomi delle strade e sostituirli con i numeri, potete quindi

capire quanto facile sia per noi orientarci visto che nemmeno gli

abitanti si rinvengono!

La ricerca dell'albergo è stata estenuante perchè tutti gli alberghi

erano pieni e alcuni erano solo per turisti turkmeni. Alla fine abbiamo

trovato posto in un albergo angusto e solo chi c'è stato può capire.

Dormire non sarà piacevole e il bagno sarà pericoloso usarlo, ma questo

è quello che ci da il president.....gli alberghi sono tutti statali!!!

33 Giorno°- spersi nel deserto del Karakum

Ci svegliamo con tanta voglia di scappare dall'albergo, un'ora per

sistemare le valige e per cambiare la bobina esterna della vespa di

Andrea che da qualche giorno ci da pensieri. Abbiamo problemi con il

satellitare e dobbiamo andare in un internet point. Il President non

adora internet, per farvi capire la televisione qua fa vedere solo le

cose belle, per le cose brutte si va su internet. Tutto è controllato e

filtrato, gli internet point sono solo 2 nella capitale e trovarli non è

stato facile. Riusciamo a partire e a trovare una stazione di benzina

dove scopriamo che costa 3 centesimi di euro. E' tardi e oggi è il

secondo giorno qua, siamo alle strette col visto e la vespa di Andrea

non va. Ok siamo nel deserto del Karakum, c'è un caldo micidiale e

abbiamo sete. Dopo 35 km da Ashgabat ci fermiamo ad un bar perchè Andrea

si lamenta per la vespa. Non va più. Cominciamo con il cambiare lo

statore ma non ci sono miglioramenti, cambiamo completamente il

carburatore ma niente da fare allora abbiamo rifatto un passo alla volta

tutto a ritroso; spingiamo a destra e a manca per farla accendere ma è

la disperazione. Siamo veramente in crisi perchè il buio cala

velocissimo e non sappiamo quando distante siamo da un qualsiasi paese.

Chiediamo il permesso per buttare giù le tende accanto alla casa dei

proprietari del Cafe' Alem e con felicità ci fanno vedere dove ci

possiamo mettere. C'è una donna in cinta che non ci vuole dire chi sia

il padre del bimbo e che ci fa mangiare un piatto tipico turkmeno che si

chiama /plov/ (riso, carne e carote), un ragazzo giovane e uno grande

che ci guardano nel nostro tram tram con le vespe, quando gli chiediamo

cosa c'è nella struttura accanto al bar ci mostrano questa grande stanza

all'interno della quale c'è un aquilotto che non abbiamo ben capito se

quando crescerà verrà mangiato. Umbe nel frattempo si fa accompagnare

dal "cuoco" in un villaggio per farsi saldare il cavalletto che era

totalemente distrutto e per fortuna torna con il problema risolto.

Stefano e Andrea non sapevano più cosa fare così decidono di seguire il

consiglio che Seba ha mandato per sms e hanno tolto la marmitta.......

la vespa andava. La marmitta nuova era otturata. Domani cercheremo una

fiamma ossidrica per sitemare la marmitta, incrociate le dita per noi!

34 Giorno - Mary

Nel deserto fa giorno presto infatti alle 6 c'era già luce ma la

temperatura era piuttosto fresca. Verso le 7:30 raccogliamo le forze e

ci mettiamo a sistemare le cose mentre i proprietari del bar stanno

ancora dormendo. Bisogna però che sappiate che qua normalmente non si

dorme in casa ma bensì fuori, su dei letti di legno dove vengono messe

delle coperte solo per la notte, poi di giorno funzionano come grandi

panchine, e questo non solo fuori dalla città. Si parte e la direzione è

Mary. Di prima mattina si sta bene e si viaggia senza problemi anche se

le strade sono già affollate di macchine. Molte persone stanno sulla

strada e aspettano un passaggio da chi va nella stessa direzione, qua

sembra essere una pratica comune. I retro dei camion sono spesso pieni

di donne che stanno in piedi a guardare, tutte bendate dalla testa ai

piedi come mummie per proteggersi dagli insetti e dai raggi del sole,

sono pronte per andare a lavorare nei campi e sono davvero uno

spettacolo unico.Un'altra caratteristica della gente turkmena sono i

denti ricoperti di oro, in molti ce li hanno e a prima vista ci hanno

fatto un pò impressione perchè non ci siamo abituati, ma poi ci si fa

l'occhio e a qualcuno stanno tutto sommato anche bene. Sosta per il

pranzo dove assaggiamo un altro piatto tipico molto buono, il /Dograma/

a base di pane e pezzettini di carne e cipolle bollite accompagnato dal

/Churek/ ovvero il pane turkmeno di forma rotonda che è molto morbido

appena sfornato ma diventa duro nel giro di poco tempo. Ripartiamo per

Mary, ma la strada e lunga e l'asfalto è totalemente dissestato e pieno

di buche piuttosto pericolose ma non ci sono altre strade per cui non

possiamo fare altrimenti. Nel pomeriggio ci siamo fermati per una sosta

veloce in un punto dove si trovavano come dei banchetti di frutta e uno

dei venditori ci ha offerto un cocomero che ci siamo mangiati di gusto,

le donne che erano li hanno poi cominciato a farsi avanti e volevano

foto con noi, poi ci hanno mostrato le piantagioni di cotone che nessuno

di noi aveva mai visto e siamo rimasti così stupiti nel coglierlo con le

nostre mani che i bambini ci guardavano ridendo. Per la strada ci

rallegra vedere una macchina di ragazzi inglesi anche loro partecipanti

al Mongol rally e ci consoliamo che non siamo gli ultimi!! Abbiamo

attraversato questo deserto alquanto particolare perchè a momenti

sabbioso con i dromedari e a momenti pieno di piante con fiumi che

scorrevano e irrigavano i campi coltivati. Quello che c'è di sicuro è

che non vi abita nessuno, la vista si perde nell'orizzonte e con essa

anche la strada che sfuma per il calore del sole che è quasi sempre

stato sulla nostra testa per tutto il giorno fino a quando non è sceso

rapidissimo e si è creata una temperatura fresca che ci ha dato solievo.

Siamo arrivati a Mary. Anche qua il coprifuoco deciso dal President è

alle 23. La notte ci porterà consiglio per domani, infatti dobbiamo

decidere se passare un'altra notte in Turkmenistan oppure passare il

confine e andare in Uzbekistan.

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35°giorno

35°Giorno- Turkmenabat

Siamo partiti presto da Mary in direzione Turkmenabat e dato che non

esistono segnali stradali ci abbiamo messo un pò per capire la strada da

prendere e così ci siamo affidati alla bussola. Pochi km fuori dalla

città siamo stati colpiti dai dromedari di una fattoria e quando ci

siamo fermati per fotografarli dei ragazzini ci hanno offerto una

bottiglia del famigerato latte di cammello e ad essere sinceri non è

piaciuto a nessuno e abbiamo provveduto a regararla ad una donna qualche

km più in avanti. Proseguendo verso nord ci siamo trovati nel deserto.

Non esiste nulla tra Mary e Turkmenabat solo deserto. I km non stati

eccessivamente tanti ma sotto il sole cuocente abbiamo fatto una bella

sudata e con noi le nostre vespette. Andrea è finalmente riuscito, dopo

molti tentativi, a cascare insieme alla sua vespa arenandosi sul ciglio

sabbioso della strada in un momento di distrazione ma state tranquilli

perchè lui non si è fatto nulla e la vespa non si è nemmeno graffiata.

Umbe ha forato la ruota posteriore verso le 13 quando il sole proprio

non perdona, per cui adesso le forature sono 3 su 4 vespe. I paesaggi

che abbiamo attraversato oggi erano senza dubbio magnifici, e i colori

che si creano con il sole ci lasciano ogni giorno senza parole, ci si

sente liberi in mezzo a quella vastità e nonostante il caldo e la sete

siamo felici di tutti i km che ci restano ancora davanti perchè le

senzazioni che proviamo indescrivibili! Solo noi, le vespe e il deserto.

Siamo arrivati tardi a Turkmenabat e abbiamo mangiato di corsa perchè

anche qua il coprifuoco è alle 23 dopodichè in giro c'è solo la polizia

che non gradisce vedere persone per strada.

Domani Uzbekistan finalmente!!!!

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Giorno 39°- Tashkenk

Lasciato il favoloso b&b di Samarcanda che ci ha deliziati con

fantastiche colazioni per questi 2 giornni e ci ha fatti rilassare tra

le piante e i frutti del giardino, ci siamo messi in strada verso

Tashkent la capitale dell'Uzbekistan. La strada è stata molto bella,

abbiamo attraversato delle bellissime vallate ma la temperatura ha

cominciato a cambiare infatti di mattina comincia ad essere fresco e non

è del tutto un male perchè così le nostre vespe non sono incandescenti

già alle 10 di mattina. La vespa di Tano ha subito dei problemi ma dopo

una bella pulita al carburatore sembrava che fosse tutto sistemato. In

Uzabikistan le strade tra una città e l'altra sono molto più popolate

rispetto agli altri paesi già attraversati e così la strada passa più in

fretta se non fosse per gli innumerevoli posti di blocco che ci fanno

perdere tantissimo tempo ogni volta. A pranzo abbiamo parlato del

problema Kirgikistan che ci spaventa per le elevate montagne che

probabilmente, visti i problemi avuti in Turchia, ci farebbero ritardare

molto l'arrivo e ciò significa freddo freddo freddo ad ottobre e

problemi per chi deve tornare a casa per impegni personali; la questione

è stata messa a votazione e il risultato è stato 3 a 2 per il no e così

tutti ma sopratutto Umbe e Cate dovranno rinunciare al bellissimo

Kirgistan. Oggi pomeriggio abbiamo dovuto aggiornare la lista dei

problemi infatti ripartendo da uno dei noiosi posti di blocco e

ingranando la prima le marce della vespa di Tano si sono incastrate e

sembrava che ci fosse un pezzo rotto dentro il motore. Preoccupati

abbiamo fatto un rapido cambio dell'olio motore giusto per sicurezza e

regolato il cambio e fortunatamente il problema sebrava risolto. La

strada per Tashkent è chiusa per cui abbiamo dovuto prendere una

deviazione che ci ha fatto allungare molto la strada durante la quale

Umbe ha forato la ruota nuova messa pochi giorni fa. Il buio calava,

perchè queste cose succedono sempre nei momenti meno opportuni, tutte le

persone tornavano dai campi così il ciglio della strada era

trafficatissimo da persone a piedi che si incuriosivano e da carretti

trainati da asini che di fretta se ne andavano verso casa. Tashkent si

mostra subito come una vera capitale e anche se era notte abbiamo capito

che qua proprio non manca nulla. Grandi palazzi, teatri, fast food,

uffici, parchi, discoteche c'è proprio tutto. I primi hotel che troviamo

sono troppo cari per le nostre tasche e fatiscenti così alla fine ne

troviamo uno che non è bellissimo ma ci garantisce il parcheggio delle

vespe così ci sistemiamo. La situazione comincia a cambiare ragazzi, qua

le donne cominciano ad avere tratti somatici sovietici e la sera i

movimenti per le stanze dell'albergo hanno ritmi frenetici e costanti.

Le dolci signore dal ciglio duro e dall'occhio ceruleo della reception

non parlano inglese ma solo ed esclusivamente russo, non sorridono e non

hanno voglia di vedere la nostra faccia, ma la donna delle pulizie sà

l'inglese così quando vede che non riusciamo a comunicare si comincia ad

occupare di noi, ci da le camere e fa sapere ai ragazzi che nell'albergo

c'è un buon servizio di girlfriend notturne che sono possibili da vedere

fuori dall'albergo visto che nemmeno il buio può nascondere ii vestiti

scintillanti. Ce la faranno i nostri eroi ad andare in Kazakistan domani?

Giorno 40 - Yallama frontiera del Kazakistan

Ragazzi non ci crederete ma stanotte rimarremo in frontiera. Tanto per

rendervi chiara la situazione possiamo cominciare con il dire che

stamani dopo che ci siamo svegliati abbiamo deciso di andare a visitare

il Bazar Chorsu in centro a Tashkent ed è stato magnifico perchè oltre

ad essere immenso è veramente molto divertente. E' diviso a zone e si

può trovare davvero tutto ma oltre ai mille gingilli che nemmeno

immaginiamo possano esistere, la parte della frutta e della verdura è

davvero sorprendente, tutti ma proprio tutti i tipi di frutta e verdura

esistenti al mondo e abbiamo assaggiato veramente tutto perchè

probabilmente eravamo gli unici turisti in quell'immensa folla. Insomma

quando abbiamo finito di comprare regali e oggetti uzbeki che ci

ricorderanno per sempre questo viaggio era l'ora di andare e ci siamo

diretti verso la frontiera... l'Uzbekistan è stata una passeggiata

mentre il Kazakistan un pò meno. Entrati dentro i cancelli del

Kazakistan siamo stati colpiti dalla folla di camionisti inferociti che

c'èrano, dalle risse che scattavano di tanto in tanto e dalle mille

"bollette" che venivano pagate rigorosamente da tutti. Abbiamo fatto

carte, fogli, foto, controlli per più di tre ore e più passava il tempo

meno gente si sentiva in giro. Il tipo che ci gestiva i documenti era

estremamente lento e ha scritto le stesse cose (numero passaporto, targa

vespa, nemero telaio, modello vespa e numero d'emissione del documento

del libretto) per mille volte e quando finalmente ha pronunciato la

parola finish siamo usciti felici e contenti pronti per partire in

velocità perchè la prima città si trova a 100 km e abbiamo anche

spostato avanti di un ora la lancetta dell'orologio a causa del fuso

orario. Pronti di tutto punto partiamo ma il cancello alle ore 22 era

chiuso. Ragazzi nel mentre che facevamo le carte per passare la

frontiera hanno chiuso i cancelli!E il poliziotto non ci ha detto nulla!

Proviamo a convincerli ad aprire ma non c'è stato nulla da fare; tutti

ci hanno sconsigliato di uscire perchè a quanto dicono ci sono persone

che tirano i sassi o sparano o non abbiamo ben capito, fatto sta che non

ci hanno fatti uscire, così adesso vi stiamo scrivendo dalla nostra

tenda piantata nella frontiera kazaka in mezzo ai camion e ai mille

curiosi. Qualcuno dice che ci sono i serpenti altri dicono di no. Siamo

riusciti a farci fare da mangiare e abbiamo pagato per 5 uova 20

dollari!!! Ovviamente non si discutono i prezzi stasera....speriamo che

domani arrivi presto perchè qua c'è un casino tremendo!

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Giorno 41 - Shimkent

Partiti dalla frontiera verso le ore 9 ci siamo diretti il più lontano

possibile. Generalmente, se non abbiamo qualcosa che ci interessa in

particolar modo non decidiamo dove andare, cerchiamo di fare km e ci

fermiamo quando siamo stanchi o quando troviamo qualcosa che ci piace;

così ci siamo finalmente spinti verso l'immenso Kazakistan. Oggi ci

siamo quindi lasciati alle spalle L'Uzbekistan con i suoi treni a

carbone, gli uomini dai cappellini colorati, le belle donne con le

trecce lunghe,le fantastiche medresse di Samarcanda, i tappeti che

Stefano alla fine non ha voluto comprare per la troppa indecisione, il

mal di stomaco di Andrea e gli internet point di Tano, i bazar che

adorava Cate, la lunga e dolorosa dissenteria di Umbe, il latte acido

fermentato, gli shashlyk e le maledette insalate uzbeke poco consistenti

per noi italiani abituati a mangiare tanto. Le differenze rispetto

all'Uzbekistan sono subito evidenti, infatti qua gli spazi sono molto

più grandi e anche il territorio cambia e diventa più desertico. Dopo

poco cominciamo a trovare i primi villaggi dove ogni mattina hanno

luogo grandi mercati di frutta e i cigli delle strade brulicano di

persone che ci guardano un pò sorpresi e non perdono l'occasione per

salutarci e farsi riprendere dalla telecamera. Veniamo fermati sulla

strada da un uomo che guida un audi probabilmente importata data la

classica lettera D sulla bauliera, scendono lui, la moglie e il piccolo

bambino e parlando in russo ci offrono un barattolo di miele dandoci

così il benvenuto in Kazakistan, noi contraccambiamo regalando al

piccolo la maglietta del Vespa Club Treviso che indossa immediatamente

con un gran sorriso. Proseguendo per la nostra strada abbiamo cercato di

capire se qua sarà possibile trovare l'olio per fare la miscela perchè

la scorta che avevamo sta quasi per terminare, ma anche qua come in

Uzbekistan di moto non c'è nemmeno l'ombra. La benzina costa un pò di

più rispetto all'Uzbekistan ma rimaniamo intorno al mezzo dollaro, a

volte un poco di più. Ci siamo fermati nella prima cittadina che abbiamo

troviamo per cambiare i dollari con la moneta locale e per pranzare e

sfortunatamente ci siamo resi rconto che il menù è decisamente molto

simile a quello che ci portiamo dietro ormai dall'Iran, ahimè non ne

possiamo più di spiedini! Il pomeriggio è passato lentamente perchè

eravamo molto stanchi e con addosso l'abbiocco del pranzo.

Fortunatamente troviamo un gommista gentilissimo che ci aiuta a

sistemare le 2 ruote forate di Umbe e ci fa un controllo a tutte le

vespe. In serata siamo arrivati a Shimkent e abbiamo pernottato in un

fantastico hotel a 4 stelle situato nel centro della città. I

resposabili dell'Hotel Shimkent ci hanno poi accompagnati in un

ristorante tipico dove ci hanno fatti sentire come dei veri signori e

abbiamo assaggiato vari tipi di pietanze tra cui dei fantastici plov,

varie birre locali, offerto Narghilè da fumare e dolci a volontà, ebbene

si stasera si va a letto con la pancia piena e belli soddisfatti!

il giorno 42°è già stato postato e lo trovate a questo link

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Giorno 43 - Charyn Canion

Partiti da Almati ci siamo diretti verso il famoso Sharyn Canion che

tutti bramiamo da tempo. Quando ci siamo svegliati il tempo

fortunatamente era ottimo e dopo aver fatto il pieno alle vespe e

comprato nuovamente l'olio siamo andati a dritto per 200 km. Arrivati in

prossimità del canion abbiamo incontrato Wolfan un simpaticissimo

ragazzo tedesco che tornava con la sua bicicletta proprio da Charyn e ci

ha subito avvisato che il tempo in quella zona è sempre brutto e che la

pioggia è praticamente constante ogni poche ore ma per fortuna non è mai

intensa e dura per pochi minuti. Un pò scoraggiati per il colore che

aveva l'orizzonte continuiamo sulla nostra strada fino a quando vediamo

un altro ciclista fermo per strada che aggiustava un pezzo del pedale,

così ci fermiamo per sapere se aveva bisogno d'aiuto ma dopo pochi

minuti abbiamo capito che sono pochi i ciclisti più preparati di lui,

infatti sono 7 anni che gira il mondo e di esperienze ne aveva davvero

tante. Abbiamo lasciato Stellan ai suoi problemi con la bici e ci siamo

fatti spiegaree dove dovevamo andare perchè lui c'era già stato e sapeva

la direzione ma sfortunatamente ci ha detto una cosa sbagliata così ci

siamo ritrovati in un'altro punto altrettanto bello ma non il vero

canion che volevamno vedere. Verso le h19 abbiamo deciso che l'unica

cosa da fare era buttare giù la tenda e chiedendo ad un gentilissimo

signore kazako ci siamo diretti verso un fiume che passava attraverso il

canion e così ci siamo accampati sulla riva e abbiamo visto un

meraviglioso tramonto davvero inaspettato. Appena finiamo di sitemarci

vediamo arrivare Stellan che in sella alla sua bicicletta era ancora

più grande di quello che è normalmente, infatti ha tutta l'oria di un

gigante vikingo dai capelli biondi e con gli occhi azzurri, e ci ha

detto che si era accorto che avevamo sbagliato direzione perchè

chiedendo in giro nessuno aveva visto vespe e così aveva immaginato dove

eravamo. Abbiamo fatto una bella cena tutti insieme e grazie a lui che

parlava russo siamo riusciti a mangiare dei fantastici spiedini visto

che normalmente o ce li danno fatti solo di grasso oppure ci ritroviamo

nel piatto qualcosa che non conosciamo ma sempre a base di grasso e

olio. Dopo cena abbiamo acceso un falò tra le tende e con delle birre in

mano abbiamo ascoltato molte storie dei viaggi di Stellan e siamo

rimasti affascinati e con la voglia di continuare a viaggiare per

sempre, la sua fortuna però è avere un lavoro che lo occupa solo due

mesi all'anno e il resto del tempo lo investe in viaggi pazzeschi in

tutti i posti del mondo, Stellan il gigante svedese vende alberi di

natale nei mesi di novembre e dicembre e tutto il resto dell'anno si

gode la vita.

Domani finalemnte Canion, quello vero....non vediamo l'ora!

Giorno 44 - Charyn Canion

Stamani ci siamo svegliati un pò doloranti per i gran sassi che c'erano

sotto le tende ma per fortuna almeno il tempo era bello e l'immagine del

fiume che scorreva a gran velocità davanti a noi ci ha fatto ricordare

che stavamo dormendo in mezzo ad un meraviglioso canion. Mentre noi

preparavamo le vespe Stellan si cucinava la colazione e così quando

avevamo finito ci siamo salutati con la speranza di ritrovarci un giorno

da qualche parte nel mondo. Dritti verso il Canion, con sosta

obbligatoria per la colazione, ci siamo trovati davanti ad una strada

sterrata lunga 40 km e fatta solo da whoops che sicuramente ci hanno

dato il buongiorno nella giusta maniera. Quando siamo arrivati lo

spettacolo è stato eccezionale. Il vento tirava fortissimo e di tanto in

tanto pioveva, noi eravamo con le nostre vespe in cima al maestoso

canion che si apriva proprio sotto ai nostri piedi e non c'eravamo altro

che noi all'interno del parco naturale. Siamo rimasti per più di due ore

ad ammirare quello spettacolo della natura dopodichè siamo ritornati in

strada e dopo aver preso tanta acqua da un nuvolone che ci ha seguiti

per parecchi km siamo arrivati al confine con la Cina e precisamente a

Zharkent dove ci fermeremo per stasera. Durante il viaggio abbiamo

costeggiato le montagne più spettacolari del Kazakistan che si innalzano

nell'angolo sud orientale del paese nei pressi dei confini con Kirgistan

e Cina. Purtroppo non siamo riusciti a percorrere nessuna strada vicino

a queste ma ci siamo accontentati di vedere da lontano la splendida cima

del monte Khan Tengri alto 7010 m sul confine kirgico e da molti

considerato la vetta più bella e impegnativa del Tian Shan. Domani forse

cambieremo totalmente paesaggio perchè le strade per poter andare a nord

sono due, una passa per il deserto e una va dritta su fino alla città di

Semei ed è seganta sulla cartina come una strada principale. Molti ci

hanno detto che la strada che passa attraverso il deserto è sterrata e

siccome non abbiamo molti giorni prima che il nostro visto scada

dobbiamo capire bene cosa ci convenga fare per non andare incontro a

guai seri.

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Modificato da Lorenzo205
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45 Giorno - Taldyqorghan

Oggi è stata una giornata da brivido! Il proverbiale Stefano qualche

giorno fa lo aveva detto: " prima pioggia d'agosto rinfresca il bosco" e

così è stato. Oggi abbiamo patito un freddo micidiale che nessuno di noi

si aspettava. Quando siamo partiti da Zharkent stamani mattina il tempo

era buono c'era solo un gran vento però si stava bene, con lo scorrere

dei km la temperatura si abbassava sempre di più ma dovendo fare un

passo a 1700 m non ci siamo preoccupati più di tanto perchè pensavamo

che fosse un freddo passeggero dato dall'altitudine e invece non è stato

così. Le strade che abbiamo percorso però meritano tutta questa

sofferenza perchè questi paesaggi sono così belli che non ci si può

stancare di vederli nonostante il freddo. Dopo aver raggiunto la vetta a

1700 m che si trova nel parco nazionale Altyn - Emel abbiamo avuto per

tutto il giorno sulla nostra destra l'impetuosa catena di montagne

Zhungar Alatau con i suoi ghiacciai perenni che dividono il Kazakistan

dalla Cina e ai piedi di queste si vedevano immense valli con cavalli,

cammelli, mandrie di mucche e greggi di pecore sparsi in qua e in la. Se

lo spettacolo è stato mozzafiato è anche grazie al freddo che davvero ci

ha tolto fiato, respiro insieme a tutte le forze per stare in sella.

Come da giorni ripetiamo non siamo preparati al freddo e da domani

dobbiamo assolutamente correre ai ripari perchè altrimenti non

riusciremo ad arrivare in Mongolia. Stasera ci siamo fermati nel

meraviglioso hotel a 4 stelle Au Cep a Taldyqorghan perchè oggi i soldi

non contano, quello che conta per tutti è fare una bella doccia calda

che da 3 giorni non facciamo, riposarci e pensare a come bardarci per

arrivare in Mongolia senza assideramenti. I letti sono comodi e il

riscaldamento è acceso, i confort abbondano e il personale parla inglese

per cui non potevamo chiedere di meglio. Ci hanno avvisati che tutto

quello che abbiamo di estivo da ora in poi lo possiamo anche buttare

perchè non ci servirà più visto che il freddo russo è arrivato con tutta

la sua prepotenza. La notte sarà lunga e fredda ma grazie al cielo

stanotte resteremo all'Au Cep Hotel.

... e con questo mi sono rimesso in pari con tutto il materiale testo, audio e fotografico giunto in VOL/control

mi scuso per il ritardo ma era giusto farlo per conservare traccia di questo viaggio. Da qui in poi aggiornamenti in realtime!

L205

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46°Giorno - Usharal

Oggi è stata una giornata meravigliosa sia per il clima che abbiamo

trovato sia per le belle notizie che abbiamo ricevuto. La temperatura di

oggi era piuttosto fresca ma essendoci stato sempre il sole non abbiamo

battuto troppo i denti e in più stamani ci siamo bardati di tutto punto

con i super vestiti termici della Tucano Urbano che veramente ci hanno

salvato la pelle e ci hanno fatto fare più di 300 km in tutta

tranquillita. Stamani inoltre, abbiamo avuto una bellissima notizia dai

nostri amici Lele e Lella che ci hanno sempre seguiti nella nostra

impresa e incoraggiati al massimo, oggi Raffaella ha dato alla luce una

fantastica bambina che hanno chiamato Adele; siamo molto felici per

questo lieto evento e ci dispiace molto di non poter essere con loro per

festeggiare ma fortunatamente non manca moltissimo al nostro ritorno

perchè non vediamo l'ora di vedere la piccola. Grande Lella!! Stasera ci

fermeremo in questa piccola cittadina perchè mancano troppi km per

raggiungere una grande città. L'obiettivo rimane sempre Semei ma non

arriveremo prima di 2 giorni almeno.

Ancora un bacione ai nuovi papà e mamma!

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Veramente un piacere e pura gioia nel leggere e ascoltare questi resoconti dei nostri prodi Vespisti, per me accompagnati ad una serie continua di brividi a rileggere nomi di città già raggiunte con fatica in senso opposto circa un anno fa! Vi seguo quotidianamente, forza, ormai la "Terra dal cielo blù" è vicina!! grazie anche al Moderator Viaggiante per la dedizione negli aggiornamenti! saluti toscani.

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Veramente un piacere e pura gioia nel leggere e ascoltare questi resoconti dei nostri prodi Vespisti (...) grazie anche al Moderator Viaggiante per la dedizione negli aggiornamenti! saluti toscani.

Andy... non è dedizione la mia... è invidia pura!!! Quanto mi piacerebbe essere insieme a loro! Non mi perdonerò mai l'incertezza che lo scorso anno mi ha trattenuto dall'aggregarmi a Roby Sword e Alec sulla via di Teheran _cry_

ecco la cronaca di un difficile 47°giorno di cammino

Oggi è stata la giornata dei record qua in Kazakistan! Partiti ad un

orario decente, abbiamo deciso di esagerare rispetto alla nostra media

giornaliera di km e arrivare entro sera a percorrere almeno 400 km per

cercare di arrivare più a nord possibile e così è stato. Dopo aver

cambiato la ruota che tano ha forato subito fuori dalla città, abbiamo

percorso una strada meravigliosa attraverso la steppa kazaka, poco

trafficata e con un cielo così vasto che solo chi è stato qua può

capire. Il cielo del Kazakistan è veramente stupendo, i colori sono

magnifici, le nuvole sembrano irreali e i colori della terra alternano

dal giallo della steppa al bianco del sale che ricopre la terra e

l'orizzonte sfuma tra questa e il cielo. Al nostro passaggio in questo

deserto arido le aquile (non ce ne vogliano gli esperti di ornitologia

se dalle foto verrà fuori che sono dei rapaci molto simili ma non

aquile) prendevano il volo e facevano lunghi volteggi sopra le nostre

teste e così anche i giganteschi corvi neri, le mucche ci guardavano

curiose e i cavalli scappavano saltando perchè qua hanno le gambe legate

per far si che non si allontanino troppo. La temperatura non è stata

rigidissima fino alle 17 ma dopo è stato necessario mettere un ulteriore

giubbotto per star bene e così siamo riusciti ad arrivare con

tranquillità alla cittadina un pò più grande nei 200 km prima di Semei.

Se questa sembra la descrizione di una bella giornata trascorsa in relax

sulla sella delle nostre vespe dovete sapere che non è stata così rosa e

fiori per tutti infatti per Umberto è stata una delle peggiori giornate

da quando siamo partiti. Dovete sapere che la sua dissenteria è più

testarda di lui e oggi gli ha decisamente fatto capire che è lei a

comandare tra i due infatti già di prima mattina è parita all'attacco

facilitata dalla cena a base di agnello (unico piatto di carne che ci

portiamo dietro dall'Iran) di ieri sera. Durante il giorno poi i mal di

testa, pancia, stomaco e tutto il resto hanno fatto si che si sia

lamentato molto ma come se non bastasse la semi disgrazia, perchè è

ancora tutto da accertare, è arrivata intorno alle 19 quando un rumore

forte e costante proveniente dalla sua vespa ci ha costretti a fermarci.

All'inizio pensavamo fosse qualcosa del motore ma poi spingendo la vespa

spenta ci siamo accorti che proveniva da una ruota. Le viti della ruota

era tutte completamente mollate e avendo fatto gioco sul cerchione lo

hanno rovinato, ma come se non bastasse sembrerebbe che anche il tamburo

che abbiamo cambiato in Turchia si sia consumato e che quindi sia da

cambiare! Purtroppo non siamo riusciti a capire bene quale sia il danno

perchè era già troppo buio ed eravamo troppo lontani dalla città per

fermarci quindi abbiamo stretto le viti e siamo andati dritti al primo

hotel con un andatura moderata. Domani mattina vedremo di scoprire il

tutto ma se il tamburo è rotto di nuovo questa è una maledizione!

... prego notare cosa indica la freccia gialla in una delle foto allegate _smile_ L205

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aggiornamento fresco fresco appena giunto in VOL/control:

48 Giorno - Semey

Come abbiamo già detto ieri la vespa di Umbe ha cominciato ad avere

problemi e stamani ne abbiamo la conferma. Abbiamo guardato con la luce

cosa fosse che ieri dava una fortissima vibrazione e anche se le viti

della ruota erano sempre correttamente posizionate dopo il veloce

controllo che avevamo fatto , il maledetto tamburo si era rovianto

nuovamente a causa delle rondelle interne messe per poter montare le

ruote shalbe e così lo abbiamo dovuto ricambiare. Per fortuna in Turchia

ne avevamo comprati due e quindi non abbiamo avuto esitazioni nel farlo

ma se non li avessimo copmprati, oggi poteva essere l'ultimo giorno di

Mongol rally per la vespa di Umbe. Nello smontare il tamburo ci siamo

inoltre resi conto che si è rovinata anche tutta la gomma che sta nel

motore dove si attacca l'ammortizzatore posteriore e abbiamo quindi

messo un pezzo di copertone tra l'ammortizzatore e il motore nella

speranza che possa essere la soluzione definitiva almeno fino in

Mongolia. Tutto sembra essere risolto ma stasera ci siamo accorti che

anche se la ruota è stata levigata tocca sul motore a causa del nuovo

tamburo per cui domani dovremo rimettere le mani sulla vespa. Oggi

pomeriggio dopo pranzo ci siamo diretti a Semey, conosciuta anche con il

nome di Semipalatinsk, una strana cittadina che purtroppo ha alle spalle

una brutta storia. Tra il 1949 e il 1989 l'esercito sovietico fece

esplodere 460 bombe nucleari in un poligono ad ovest della città che

hanno provocato seri danni alla popolazione che ancora si porta dietro

il trauma di quelle esplosioni. Inizialmente non ci ha fatto una bella

impressione ma dopo aver trovato un buon albergo e visto come è poi

andata la serata, ci siamo ricreduti. Ci sono moltissimi locali, caffè,

discoteche e in giro c'è movimento, è veramente un peccato che non

possiamo fermarci più diuna sera ma la Mongolia ci chiama!

49°Giorno - Rubtsovsk

Stamani qualcuno è andato alla ricerca di un bazar che vendesse

indumenti invernali e qualcuno è rimasto in albergo per cercare di far

diminuire dei sospetti capogiri. la ricerca nel bazar è praticamente

fallita e così abbiamo deciso di andare in confine per capire come fosse

la situazione e magari passare in Russia. Quando siamo arrivati non

c'era moltissima gente e dopo una mezzora ci hanno fatto passare la

sbarra per andare a fare i documenti di uscita del Kazakistan. Inutile

dire che abbiamo dovuto girare mille uffici, timbrare mille carte, foto

di riconoscimento, dichiarazioni ecc... Così dopo un oretta ci siamo

trovati al border della Russia e qua abbiamo cominciato di nuovo con

tutto il procedimento e anche se i fogli cambiano aspetto la sotanza

rimane sempre quella. Gli ufficiali russi sono un pò meno socevoli

rispetto a tutti quelli che abbiamo incontrato fino ad ora ma alla fine

loro come gli altri non ci hanno creato grandi problemi, e così dopo 5

ore ci hanno lasciati andate con un good luck e una bella controllata in

tutti i bauletti. Stasera ci siamo fermati a Rubtsovsk e questa si che è

una città strana! Per trovare l'entrata del primo albergo ci abbiamo

messo all'incirca mezzora e quando siamo entrati ci hanno detto che era

pieno ma solo dopo abbiamo capito che non era vero e che non eravamo

graditi. Il secondo e ultimo albergo della città si trova in una piazza

in pieno centro e nemmeno qua volevano darci una stanza e così è

cominciata la disperazione. La piazza era piena di giovani, tutti

ubriachi, che si sono avvicinati per vedere le vespe e dopo che abbiamo

parlato un pò si sono sorpesi e anche infastiditi che non ci avessero

dato la stanza e così sono entrati tutti quanti nell'albergo per

convincere la signora alla recepetion e fortunatamente ce l'hanno fatta,

è stata lunga ma ce l'abbiamo fatta. Qualcuno, abbiamo scoperto più

tardi, dormiva nell'albergo e qualcuno ne ha approfittato per godersi la

sbornia al caldo sulle poltrone della hall, solo un ragazzo e una

magnifica ragazza erano veramente in grado di parlare e anche se non

abbiamo capito nulla di quello che dicevano abbiamo dormito con un tetto

sulla testa. Nemmeno da dire che qua è cambiata la situazione

fisionomica, le ragazze sono alte, more e con gli occhi di ghiaccio,

fisici spaventosi e sempre tanto unbriache come i ragazzi altrettanto

alti che le accompagnano. Per adesso qua fa un gran freddo e domani

dobbiamo assolutamente andare verso Barnaul per cercare di arrivare il

prima possibile in Mongolia per non trovare la neve, speriamo di

riuscire a dormire senza brutte sorprese per domani quando ci

sveglieremo da questi letti!

L205

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... Non mi perdonerò mai l'incertezza che lo scorso anno mi ha trattenuto dall'aggregarmi a Roby Sword e Alec sulla via di Teheran

Lore, dopo aver incontrato due signore francesi ultra sessantenni nei pressi di Irkutsk che erano partite da Parigi per raggiungere Vladivostok a piedi mi sono fatto l'idea che non c'è limite di età per viaggiare!! Vedrai che ci sarà una nuova occasione per caricare lo zaino in "sella" e andare. Se riesco a liberarmi dal lavoro ci vediamo al raid, sabato e domenica prossima!

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