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E' una bella serata estiva e sono in giardino per chiudere le imposte; il vento fresco spazza il cielo, illuminato da un chiarore brillante: la luna piena.

Mi ha sempre affascinato, la luna.

Sin da quando mi dissero che l'uomo l'aveva violata la guardo con altri occhi (quando era ? Forse il 1969... 36 anni fa...).

E d'improvviso mi tornano in mente dei versi.

Non mi meraviglio: sono un membro onorario della Pattuglia Geriatrica e, di conseguenza, faccio parte di quella generazione che a scuola studiava le poesie a memoria.

Compiango i miei figli, che non hanno subito questa "tortura" ma che non hanno dentro il cuore dei versi che sgorgano quando meno te lo aspetti.

Che fai tu, luna, in ciel ? dimmi, che fai,

silenziosa luna ?

Sorgi la sera, e vai,

contemplando i deserti; indi ti posi.

Ancor non sei tu paga

di riandare i sempiterni calli ?

Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga

di mirar queste valli ?

Il canto del Leopardi mi ha sempre suggerito un'idea di viaggio. Sarà forse la scelta dei verbi (vai - riandare) ? Provo una strana sensazione, questi versi risvegliano qualcosa nel mio cuore, qualcosa che non riesco a definire.

Rientro in casa e lo sguardo mi cade sulle chiavi della Vespa, abbandonate sul mobile della sala. E allora comprendo...

Due parole con mia moglie, il suo sguardo un po' preoccupato, la sua testa che dondola per segnalare un inutile dissenso...

Tempo due minuti e la serranda del box scricchiola alzandosi, altri due minuti ed il PX è acceso, il casco indossato, la rampa volata in prima, lo stop bucato in seconda, la discesa divorata in quarta...

Ed ecco il lago, nel quale si riflette la luna piena.

Finalmente è giunto il momento di portare a compimento l'impresa tante volte sognata quando avevo solo il 50ino.

Cernobbio, due rotonde e la statale Regina si snoda in tutte le sue curve. Scelgo la strada bassa, quella che passa più vicino al lago. La conosco a memoria: quante volte l'ho fatta da ragazzino, in bicicletta, per andare a fare il bagno al lago...

Moltrasio, Brienno, Argegno, l'isola Comacina che si staglia scura sulla superficie del lago, Tremezzo, Menaggio, Dongo... La strada è una sola, non si può sbagliare, anche se questi posti mi sono un po' meno familiari.

La luna mi accompagna, è sempre lì con me, a "mirar queste valli" che risuonano solo del rumore della Vespa.

Ed ecco la prima tappa: Colico. Da qui è una veloce picchiata verso Lecco su strade a me sconosciute (Dervio, Bellano, Varenna, Mandello, Abbadia Lariana), dove ad ogni incrocio devo tirare ad indovinare in pochi millisecondi da che parte andare.

Lecco è alle spalle, ora si risale verso Bellagio, dove mi permetto un giretto sul lungolago, là dove solitamente c'è l'isola pedonale.

E poi via: Lezzeno, Nesso, Pognana, Blevio... Le strade ora le conosco a memoria e la Vespa attraversa sicura i paesi addormentati; ed ecco piombo su Como, esattamente nella piazza da cui sono partito. Il cerchio si chiude, il lago di Como è stato "circumvespato".

Gli ultimi cinque km che mi riportano a casa li faccio in terza, a 30 Km/h, per cercare di allontanare il più possibile il momento in cui spegnerò il motore...

Già, il bello di un viaggio è il viaggiare in sè, non il raggiungimento di una qualche meta.

Sono partito alle 22 ed ora sono le 2 di notte: quattro ore per fare 170 Km.

Troppo lento ?? E chi se ne frega, alla faccia di quelli che "se non arrivi a 115 che Vespa è ?".

Mia moglie dorme ed io, come dice Forrest Gump, sono "un po' stanchino".

La luna piena è sempre là nel cielo, l'aria è ancor più fresca, sono soddisfatto e posso andare a dormire.

Come dice il poeta: "Sognai, placide cose dei miei novelli anni sognai"...

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che brutta roba spegnere il motore sotto casa....quando inizi ad allargare il + possibile il giro...a un certo punto ti ritrovi comunque nei pressi del tuo quartiere e inizi a girare intorno alla tua casa...cercando di respingere il + possibile il momento in cui dovrai fermarti e scendere....

partire è un po' morire forse ma tornare secondo me è peggio.

ricordo minuti eterni seduto sulla vespa, sotto casa, motore spento ad aspettare chissà che...forse solo il coraggio di imbustare la vespa in box.

Grande Flavio.

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  • 2 settimane dopo...

Mi scappa da rispondere... un po' tardi perchè leggo solo ora il post dopo il rientro dalle ferie... e poi, che membro fondatore della Pattuglia Geriatrica sarei se non ti facessi un po' di follow-up?

Sai cos'ho fatto io in quelle 4 ore del tuo giro del lago? HA HA HA HA! Chiedilo a tua moglie! HA HA HA HA HA!

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Bel giro complimenti! e bella descrizione,vien voglia di imitarti,ogni tanto mi viene voglia di tirar mattina in vespa girando per le strade deserte di roma.......per un motivo o per l'altro non mi riesce mai però l'allungo prima del rientro è d'obbligo!! :D

:mrgreen: avanti con la pattuglia geriatrica.........44! mi candido alla guida di GeriatriaVol Roma.

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  • 5 settimane dopo...
  • 2 settimane dopo...

...grande flavio!!! ogni tanto sento questo prudore..questo bisogno che mi prende, incurante di qualsiasi altra cosa, e mi porta a percorre chilometri sulla mia vespa......e quando ritorni sei diverso....grazie vespetta e grazie flavio per questo piccolo viaggio notturno..

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  • 2 mesi dopo...

eeeeeeh avete ragione, come vi capisco, è anche un piacere mio ma che mi fa tremendamente soffrire per aver venduto la vespa, povero me con un plasticone sono condannato a scooterista errante privo di valori.

paolop

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Ecco... passo il tempo su Vol e non leggo mai i post degni di nota.Questo, bellissimo, è adirittura di luglio.

Grazie Flavio per il tuo bellissimo racconto, è il più bel regalo di Natale che potessi ricevere. Storie come queste ti fanno ringiovanire e vanno ad accrescere il bagaglio emotivo di ognuno di noi.

Nuova 125 Geriatra genovese.

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