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  • 2 settimane dopo...
Inviato
L'ho trovata su internet e rappresenta un po' quello che intendo dire:

Quand'ero bambino io, si andava in auto senza cinture di sicurezza nè airbag... e pure senza seggiolino.

Viaggiare in piedi sullo scooter col nonno era una passeggiata speciale e ancora ne serbo il ricordo.

Quando andavo in bicicletta e in pattini non portavo nè casco nè ginocchiere.

Bevevo l'acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale...

Trascorrevo ore ed ore con mio cugino, costruendoci carretti a rotelle che poi ci

si lanciava in discesa. Si, noi ci scontravamo con cespugli, non con

auto!

Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto.

La scuola durava fino a mezzogiorno, arrivavamo a casa per pranzo. Non

avevamo cellulari... cosicchè nessuno poteva rintracciarci.

Impensabile oggi.

Mi tagliavo, mi rompevo un osso, ma non c'era alcuna denuncia per questi

incidenti. La colpa non era di nessuno se non di me stesso.

Mangiavo biscotti, pane e burro, bevevo bibite zuccherate e non avevo problemi

di soprappeso, perchè stavo sempre in giro a giocare...

Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.

Non avevo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi, televisione via

cavo con 99 canali, videoregistratori, cellulari personali, computers, chatroom su Internet...

Uscivo, montavo in bicicletta o camminavo fino a casa dell'amico, suonavo il

campanello o semplicemente entravo senza bussare e lui era lì e

uscivamo a giocare.

Si!

Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto?

Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle

squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare

e gli scartati non subivano alcuna delusione che si trasformava in

trauma.

Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo

ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo nessuno

soffriva di dislessia nè di problemi di attenzione nè di iperattività, bulimia o anoressia;

semplicemente ripeteva ed aveva una seconda opportunità.

Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità... ed imparavamo a

gestirli. La grande domanda è: come abbiamo fatto a sopravvivere? e,

soprattutto, ad essere le grandi persone che siamo ora?

Sicuramente diranno che eravamo dei noiosi, però siamo stati molto felici!!!

Ho le lacrime agli occhi ....questa è stata anche la mia infanzia ed ora che ho 50 primavere sulle spalle rimpiango tutto quello ................che poveri i bambini d'oggi .............!!!!

Inviato

E' stata anche la mia infanzia e credo quella di buona parte della nostra generazione.

Ne ho stampato una copia che domattina darò a mia moglie, poi al lavoro ne farò un pel po' che distribuirò ai genitori moderni.

Chissà mai....

Grazie

Ciao

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